Sanità - 26 luglio 2025, 12:13

Palestre della memoria: l'Asl di Asti sfida l'invecchiamento con la prevenzione di comunità

Al via la sperimentazione in dieci comuni per mantenere gli anziani in salute e contrastare l'isolamento sociale attraverso stimolazione cognitiva e socializzazione

Il direttore generale Asl Gorgoni con il direttore sanitario Fabbo (al centro), durante la presentazione a Canelli

Il direttore Asl At, Giovanni Gorgoni, lo aveva detto fin dal suo insediamento che avrebbe voluto valorizzare l'invecchiamento attivo, abbattendo l'isolamento sociale e il contrasto alla fragilità "prima che diventi tale" e, con i "tour" nei comuni astigiani sta, con il direttore sanitario, Andrea Fabbo, portando avanti il progetto "CommunitAction, nei diversi paesi della Provincia di Asti
"Palestre della memoria" è un innovativo progetto di prevenzione rivolto alla popolazione anziana che punta a mantenere in salute gli over 65 attraverso la stimolazione cognitiva e la socializzazione. L'iniziativa, che partirà in fase sperimentale a ottobre, appunto, in dieci comuni, rappresenta un tassello fondamentale di una strategia più ampia di "sanità di comunità".

"Il problema dell'invecchiamento oggi è garantire che ci sia un invecchiamento in salute", spiega il dottor Andrea Fabbo, direttore sanitario dell'Asl AT, geriatra.

 "L'aumento della popolazione anziana determina una serie di condizioni che possono pesare sulla sanità. Il nostro obiettivo è mantenere l'anziano in salute, in particolare sul tema della memoria e del decadimento cognitivo", rimarcano Gorgoni e Fabbo.

Andrea Fabbo


Un investimento che si ripaga: la matematica della prevenzione

I numeri parlano chiaro e sostengono la validità dell'approccio scelto dall'Asl astigiana. Come sottolinea il direttore Gorgoni, "un euro investito in prevenzione corrisponde a 2,23 euro di costi sanitari risparmiati". Una proporzione che rende economicamente vantaggiosa questa strategia preventiva, oltre che socialmente necessaria.

Il progetto si inserisce nel più ampio quadro delle "Community Action", interventi di salute di comunità che puntano a coinvolgere attivamente Comuni, associazioni e imprese per anticipare la fragilità degli anziani. "La prima causa di fragilità per gli over 65 non è tanto l'alimentazione, il fumo e l'alcol ma l'isolamento sociale", evidenzia Gorgoni, individuando così il vero nemico da combattere.

Giovanni Gorgoni

Dalla pandemia nasce l'idea: rispondere all'isolamento

L'ispirazione per le Palestre della memoria è arrivata direttamente dall'esperienza del Covid-19. "L'idea è venuta dopo le condizioni di isolamento a cui specialmente le popolazioni anziane sono state sottoposte", racconta Fabbo

"Questo ha determinato non solo depressione e solitudine, ma anche aumento delle demenze".

La risposta dell'Asl è stata duplice: da un lato la stimolazione cognitiva attraverso le palestre della memoria con giochi di gruppo, esercizi mentali e compiti a casa; dall'altro l'attività motoria, con il raddoppio delle camminate organizzate già attive da anni. "Portare gli anziani fuori di casa per permettere loro di invecchiare a casa" è la filosofia che guida l'intero progetto.

Come funzionano le Palestre della memoria

Le palestre sono luoghi di aggregazione che vengono allestite all'interno di contesti già familiari agli anziani: parrocchie, bocciofile, centri comunali, polisportive. "Un gruppo di 20-25 persone anziane si riunisce e fa attività di stimolazione cognitiva secondo protocolli strutturati", spiega il direttore sanitario.

A condurre le attività sono volontari formati dal personale Asl, che possono essere altre persone anziane o appartenenti ad altre categorie. Il gruppo di regia è multidisciplinare e comprende la direzione del distretto, psicologi clinici con neuropsicologi, il dipartimento di prevenzione e soprattutto gli infermieri di comunità.

Gli anziani partecipanti non si limitano agli esercizi cognitivi: vengono valutati sulle loro condizioni di salute, condizioni di solitudine e aspetti sociali. "Vogliamo verificare se la partecipazione alla palestra della memoria ha effetti positivi sullo stato di salute", precisa Fabbo, sottolineando la dimensione sperimentale e scientifica del progetto.

Il modello Modena: un successo da replicare

L'esperienza che fa da modello arriva dall'Emilia-Romagna, dove Fabbo aveva precedentemente lavorato. "A Modena le palestre hanno avuto un grandissimo successo: sono state attivate in 54 comuni, con 400 volontari impegnati e circa 1.600 persone coinvolte".

Forte di questo precedente, l'Asl astigiana ha individuato nel territorio locale le condizioni ideali per replicare il successo: "Asti è un territorio molto frammentato, con tantissimi comuni e tantissime associazioni", caratteristiche che si prestano perfettamente a questo tipo di intervento capillare.

La fase sperimentale: dieci comuni pionieri

La sperimentazione inizierà a ottobre 2025 e si protrarrà fino alla primavera 2026, coinvolgendo dieci comuni che hanno già aderito all'iniziativa:

  • Revigliasco d'Asti
  • Rocca d'Arazzo
  • Villafranca d'Asti
  • Canelli
  • Refrancore
  • Calliano Monferrato
  • Bubbio
  • Montemagno
  • Asti
  • Montechiaro d'Asti

La preparazione è già in corso: "Abbiamo fatto la formazione agli operatori sanitari - sono venuti formatori da Modena della neuropsicologia a formare i nostri operatori sanitari, che sono operatori della prevenzione e psicologi".

"La presentazione ha già una data fissata con l’assessore regionale, Federico Riboldi a fine settembre", chiarisce Gorgoni che vuole sottolineare come gli interventi sulla fragilità si debbano attivare "prima che diventi tale". E aggiunge: "Nel frattempo le nostre serate estive rimangono operose: lunedì sera, dopo l'appuntamento di giovedì scorso a Canelli, saremo a Refrancore ed entro il 5 di agosto avremo coperto i primi dieci coraggiosissimi comuni apripista. Ma di comuni ne abbiamo 105 e il fiato non ci manca".

Una rete di supporto integrata

Il valore aggiunto del progetto risiede nella presenza degli infermieri di comunità, figure che supportano le attività e fungono da ponte con i servizi sanitari. "Se all'interno di una palestra della memoria c'è qualche persona che ha bisogno di essere seguita dai servizi sanitari, l'Asl farà da regia e monitoraggio", garantendo così una presa in carico completa.

Questo approccio si estende anche alla formazione dei caregiver, un aspetto spesso trascurato ma fondamentale. "In Italia ci sono più caregiver che professionisti sanitari, ne abbiamo un milione", osservano Gorgoni e Fabbo. "Perché non formarli e certificarli? Perché non insegnare a una badante a fare una terapia iniettiva?". L'Asl ha già iniziato a "formare formatori" di volontari, e in alcuni ambulatori gli infermieri di comunità convocano settimanalmente i caregiver per addestrarli.

Prevenire la fragilità, costruire comunità

L'obiettivo finale è individuare e correggere i fattori di rischio prima che diventino irreversibili. "La fragilità è una condizione di rischio: se individuo una serie di rischi e li correggo, evito che si vada in una situazione di non ritorno", chiarisce Fabbo.

La letteratura scientifica conferma l'efficacia di questo approccio: mantenere la popolazione anziana in salute attraverso controlli, attività fisica, allenamento della memoria, socializzazione e controllo dei farmaci evita l'evoluzione veloce verso disabilità e non autosufficienza.

"Come sanità, se non iniziamo a svolgere progetti di comunità non ce la facciamo", conclude Fabbo con franchezza. 

Le Palestre della memoria rappresentano quindi non solo un'opportunità per gli anziani, ma una necessità per la sostenibilità del sistema sanitario, dimostrando che investire nella prevenzione e nella comunità può essere la chiave per affrontare le sfide dell'invecchiamento demografico.

Il progetto, ribadiamo, sarà presentato ufficialmente a settembre nell'ambito del più ampio "Progetto Community Action" e punta a estendersi a quanti più comuni possibile, trasformando l'intera provincia in un laboratorio di invecchiamento attivo e sanità di prossimità.