Nonostante le altissime temperature e l’inquinamento acustico conseguente la contestuale presenza del cantiere di allestimento delle tribune del Palio, questa mattina alle 11 alcune decine di persone hanno accolto l’invito del Circolo SEquS Asti – Sostenibilità Equità Solidarietà (promotore) e delle molteplici altre associazioni, non soltanto astigiane, che hanno organizzato e animato il sit-in di protesta contro una discussa ordinanza provinciale inerente il contenimento di piccioni e colombe.
Un provvedimento fortemente contestato dalle associazioni, per molteplici ragioni riassunte in un dettagliato comunicato stampa. Nel quale tra l'altro si argomenta che l'ordinanza, firmata dal presidente della Provincia e sindaco di Asti, Maurizio Rasero, autorizza metodi di abbattimento definiti "cruenti". Tra questi, la cattura con gabbie-trappola, l'uccisione tramite rottura delle vertebre cervicali e, nelle aree periferiche, persino l'uso di armi da fuoco da parte di privati cittadini con porto d'armi, a seguito di un breve corso.
"Un pericoloso precedente"
Secondo le associazioni, il provvedimento è inaccettabile non solo per la sua crudeltà, ma anche perché costituisce un "pericoloso precedente culturale e sociale", legittimando la violenza come strumento per la gestione dei problemi urbani. La protesta, infatti, non riguarda solo i piccioni: il piano provinciale include anche altre specie come nutrie e conigli selvatici, con gravi rischi per la biodiversità locale.
Viene inoltre contestata la conformità alla legge. L'ordinanza, infatti, non imporrebbe di dimostrare l'inefficacia dei metodi ecologici (come dissuasori o mangimi sterilizzanti) prima di ricorrere agli abbattimenti, andando contro quanto previsto dalla normativa nazionale (Legge 157/1992) che considera le uccisioni solo come ultima risorsa. Si sottolinea inoltre come la decisione sia stata presa senza il coinvolgimento di esperti qualificati come etologi e veterinari dell'ISPRA.
La richiesta di un tavolo tecnico
Per queste ragioni, le associazioni hanno già intrapreso azioni legali, richiedendo l'accesso agli atti per visionare i censimenti sulla fauna e la documentazione sulle attività di prevenzione non cruenta.
La richiesta principale è la convocazione, entro settembre, di un tavolo tecnico con la partecipazione di esperti, associazioni e rappresentanti di Comune e Provincia. L'obiettivo è trovare soluzioni scientificamente fondate, efficaci e, soprattutto, etiche. "Il dialogo e la scienza sono le uniche vie percorribili", dichiarano gli organizzatori, pronti a utilizzare "tutti gli strumenti legali disponibili" qualora l'Amministrazione dovesse rifiutare il confronto.
La videointervista
Abbiamo approfondito queste tematiche con Giuseppe Sammatrice e Patrizia Montafia, esponenti di spicco del direttivo SEquS Asti.
Associazioni presenti
- Circolo SEquS Asti – Sostenibilità Equità Solidarietà (promotore)
- LEAL – NO Vivisezione
- UNA – Uomini Natura Animali
- Cuneo VEG
- Pro Natura Alessandria
- LAV Piemonte
- Le.I.D.A.A – Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente
- Associazione Difesa Felini
- L.I.D.A. Asti
- Carrots Power
- Piccioni Paralimpici Piemonte
- Progetto Svuota Canili
- Apollo e Daphne al Giardino degli Dei
- Partito Animalista Italiano
- AZA – Associazione Zoofilia Astigiana
- Guardie Zoofile ENPA Asti
- AVI – Associazione Vegani Italiani
e numerose altre realtà associative e civiche in adesione.