Sono circa 18.840 i contratti programmati dalle imprese piemontesi per agosto 2025, valore che sale a 84.790 se si considera l’intero trimestre agosto-ottobre 2025.
Concorrono a esprimere questa domanda di lavoro le imprese dei settori industria, servizi e primario (agricoltura, silvicoltura, caccia e pesca).
Il trend appare negativo sia a livello mensile (-2.930 entrate rispetto ad agosto 2024, per una variazione tendenziale del -13,5%), sia su base trimestrale (-6.160 assunzioni rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente). Cali diffusi nei vari comparti sono alla base della riduzione regionale delle previsioni di assunzione.
Il Bollettino del Sistema informativo Excelsior
A delineare questo scenario è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, grazie al Programma nazionale Giovani, donne e lavoro cofinanziato dall’Unione europea, che elabora le previsioni occupazionali per il mese di agosto in base alle interviste effettuate su un campione di imprese nel periodo 11-27 giugno 2025.
A livello nazionale i contratti di assunzione (di durata superiore a un mese o a tempo indeterminato) programmati dalle imprese ad agosto sono circa 335mila. Le previsioni evidenziano una flessione rispetto ad agosto 2024 con -12mila ingressi programmati (-3,6%), mentre si segnala un andamento pressoché stabile rispetto al trimestre agosto-ottobre 2024.
Le opportunità di lavoro in Piemonte ad agosto costituiscono il 24,1% del totale delle 78.300 assunzioni previste nel Nord Ovest. Su scala nazionale, il peso del Piemonte si conferma rilevante: le entrate previste in regione equivalgono al 5,6% delle 335.000 assunzioni stimate in tutta Italia per lo stesso periodo.
Assumono soprattutto le micro e piccole aziende
Il 56,8% delle assunzioni programmate in Piemonte per il mese di agosto riguarda imprese di micro e piccola dimensione (1-49 addetti), il 20,3% realtà di medie dimensioni (50-249 addetti) e il 22,9% grandi aziende (250 dipendenti e oltre).
Il 78% delle entrate programmate riguarderà personale dipendente, il 16,7% lavoratori somministrati, il 2,1% collaboratori e il 3,2% altri lavoratori non alle dipendenze.
La domanda di lavoro anche ad agosto 2025 è sostenuta dai contratti a tempo determinato (72%), seguiti da quelli a tempo indeterminato (21%). L’apprendistato rappresenta il 2% delle entrate, mentre gli altri contratti detengono una quota residuale del 5%.
Delle 18.840 entrate previste in Piemonte nel mese di agosto 2025 l’11% è costituito da laureati, il 25% da diplomati, le qualifiche o diplomi professionali e la scuola dell’obbligo pesano rispettivamente il 41% e il 21%.
I servizi e l'industria la fanno da padroni
Considerando i dati di agosto a livello settoriale, i servizi rappresentano la fetta più consistente della domanda di lavoro con 11.720 entrate, il 62,2% del totale (circa 1.760 unità in meno rispetto al 2024).
L’industria prevede 5.630 entrate, pari al 29,9% del totale, con un calo di circa 1.130 unità rispetto ad agosto 2024. Il settore primario, con circa 1.490 assunzioni, pesa il 7,9%.
Tra i servizi, il comparto turistico (alloggio, ristorazione e servizi turistici) assorbirà 3.050 ingressi (16,2% del totale), seguito dai servizi alle persone (2.700 assunzioni, 14,3%) e dal commercio (2.360 entrate, 12,5%).
Nell’industria spiccano le industrie alimentari, delle bevande e del tabacco e le costruzioni, con quote pari rispettivamente al 7,5% e 7,4% delle previsioni complessive.
Un nuovo assunto su tre sarà un giovane under 30
Il 32% delle assunzioni riguarderà giovani under 30. Nel 24% dei casi le imprese prevedono di assumere personale immigrato, quota superiore alla media nazionale (22%).
Per oltre metà delle entrate (57%) sarà richiesta esperienza specifica o nello stesso settore. Il 16,7% dei neo assunti sarà chiamato ad applicare soluzioni innovative, mentre il 10,4% dovrà coordinare altre persone.
Il 53% dei nuovi ingressi sarà inserito nell’area della produzione di beni ed erogazione dei servizi, il 16% in quella commerciale e della vendita, il 14% nelle aree tecniche e di progettazione. La logistica assorbirà circa il 10% delle assunzioni, l’area amministrativa e quella direzionale rispettivamente il 3% e il 4%.
Le difficoltà di reperimento
Ad agosto 2025 saranno difficili da reperire il 46,2% delle figure professionali, soprattutto per mancanza di candidati idonei (33,3%). Il 10% delle difficoltà dipenderà invece da una preparazione inadeguata degli aspiranti.
Le figure più carenti sono gli operai specializzati e i conduttori di impianti e macchine (55,3% di difficile reperimento), con picchi dell’88,4% per gli addetti alle costruzioni e manutenzione edili e dell’86,9% per i manutentori di attrezzature elettriche ed elettroniche.
Tra dirigenti, tecnici e professioni ad alta specializzazione (3.110 ingressi previsti), la difficoltà si attesta al 46,6%. Particolarmente complessa la ricerca di specialisti nelle scienze della vita (76,1%) e tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (74,5%).
Difficoltà rilevanti emergono anche per impiegati e professioni nei servizi (41,2% di difficile reperimento), in particolare operatori della cura estetica (68,5%) e addetti ai servizi sanitari e sociali (64,6%). Per le professioni non qualificate, il 41,8% delle assunzioni previste incontra ostacoli, con criticità per il personale agricolo e per la manutenzione del verde (56%).
Il mismatch formativo
Guardando ai titoli di studio, il 45,6% della domanda destinata a laureati incontra difficoltà. Gli indirizzi più problematici sono quello medico e odontoiatrico (89,5%) e quello chimico-farmaceutico (70,4%).
Ancora più critico il quadro per i percorsi ITS, con il 56,5% delle posizioni a rischio di rimanere scoperte. Per i titoli di livello secondario, la quota si attesta al 44%, con punte del 76,5% per elettronica ed elettrotecnica e del 67,7% per informatica e telecomunicazioni.
Per i diplomi professionali, la difficoltà di reperimento è del 48,2%, con picchi dell’85,9% per l’indirizzo edile e del 68,6% per quello del benessere.