Cultura e tempo libero - 11 settembre 2025, 09:53

"Quei piemontesi sul Titanic" è Best Drama agli International Movie Awards

La produzione cinematografica caratterizza anche l'astigiano Vincenzo Pio Gilardino, cameriere del ristorante di prima classe del Titanic

Alcune immagini inedite del film

Il Consiglio regionale del Piemonte ha recentemente reso noto che l'opera "Quei Piemontesi sul Titanic", di Pierluca Costa, ha ottenuto il riconoscimento Best Drama agli International Movie Awards, dedicati al piccolo cinema indipendente.

Concepita inizialmente come spettacolo teatrale andato in scena al Teatro Alfieri di Carignano nel dicembre 2024 (QUI l'articolo) l'opera è stata poi convertita in una produzione cinematografica. 

Si parla dei quindici piemontesi morti sul Titanic, la nave più famosa del mondo. Tra i personaggi caratterizzati si trova anche l'astigiano Vincenzo Pio Gilardino, cameriere del ristorante di prima classe del Titanic. Nato a Canelli il 27 gennaio 1881, figlio di Umberto Gilardino e Giovanna Muratore, aveva sei fratelli e tre sorelle. Il suo corpo non fu mai identificato. Per tutte le informazioni sulla sua figura, è possibile consultare il reportage contenuto nella rivista "Astigiani", disponibile QUI

Dal Piemonte venivano anche Battista Bernardi, 22 anni, Giovanni Fioravanti, 23, i fratelli Alberto e Sebastiano Peracchio, di 20 e 18 anni, Alfonso Perotti, 20, Rinaldo Ricaldone, 21, Angelo Rotta, 23, Giovanni Saccaggi, 24 Giovanni Salussolia, 25, Candido Scavino, 42, Giacomo Sesia, 24 anni. 

Trama

Southapton, 6 aprile 1912. Sono circa le 8 del mattino quando al molo 44 un debole sole primaverile scalda i frenetici preparativi per la partenza del secolo: quella della Royal Mail Ship Titanic, di proprietà della compagnia navale White Star Line. Ed è lo stesso tepore che avvolge gli animi dei camerieri italiani che si apprestano a salire sul transatlantico più lussuoso esistente e, tra loro, i nostri quindici piemontesi. Se il frizzante vento oceanico e l’insopportabile instabilità del clima britannico sono l’altare del primo giorno di lavoro per Giovanni Salussolia, Candido Scavino, Giacomo Sesia, Battista Bernardi e Vincenzo Pio Gilardino, allora il Titanic ne è la cattedrale e il maître Luigi Gatti, sceso orgoglioso dalla sua nave, è il sacerdote che li battezza e li avvia ad un viaggio esclusivo, tra le pareti appena ultimate del ristorante galleggiante A la carte. I nostri cinque camerieri sono pronti, sono felici ed entusiasti per quella grande occasione e, affiancati dalle cameriere Bianca, Rosina, Vittoria e da una determinata dama di compagnia (Roberta), si apprestano a dare il massimo della loro professionalità. Una professionalità all’italiana, potremmo dire, pregna di umanità e generosità, tanto da spingere Vincenzo Pio Gilardino a mettere a repentaglio il proprio contratto con Gatti, pur di donare una seconda possibilità a Caterina e al suo piccolo Stefano, con il nonno Mario, già trafitti dalla cattiva sorte, saliti a bordo clandestinamente. Il 10 aprile, esattamente alle ore 12:00, il Titanic salpa per il suo viaggio inaugurale e con esso i nostri camerieri. Sono giornate frenetiche e faticose a bordo del transatlantico, ma sempre leggere e ricche di allegria come solo noi italiani sappiamo fare, da nord a sud. Sotto l’indeformabile sguardo del direttore Gatti, si consumano amicizie, amori e simpatie, ma destinate ad alimentare anche distruttive invidie. Nulla, tuttavia, può scalfire gli animi dei nostri guerrieri di sala, che brillano anche di fronte a personalità potenti come i coniugi Widener. Tuttavia, è proprio nel momento più tragico che il meglio ed il peggio dell’uomo emergono simultaneamente: quando alle 23:40 del 14 aprile 1912 il Titanic urta contro l’iceberg e condanna 1518 persone a morte e, tra queste, anche i nostri quindici camerieri. E con loro, altri trentacinque italiani, davanti allo sguardo attonito ed impotente del capitano Edward John Jr. Smith.

Trailer 

Le ricerche 

Nei mesi scorsi, l’autore e regista dell’opera, Pierluca Costa, era stato contattato da Rosario Scumaci, un cittadino d’origini italiane residente a Pittsburgh (Pennsylvania), che si è dichiarato discendente del trancheur Candido Scavino (nell’opera interpretato da Giancarlo Cerutti), dopo aver letto i numerosi articoli diffusi sul web dello spettacolo teatrale. Si era aggiunto quindi altro materiale allo studio storico della vicenda, che unisce le famiglie Scavino di Alba e Guarene, con probabili discendenze che partono dal comune di Cravanzana (Cn), poi migrate in America. Il trancheur perito nel naufragio del colosso della White Star Line avrebbe, infatti, parentela diretta con Pietro Scavino, Celestina Mercede Pisano (nata Scavino), e con le sorelle Rina Scavino e Armanda. Pietro Scavino possedeva un panificio proprio a Cravanzana, prima di migrare negli Stati Uniti dando origine alla famiglia di Scumaci.

Con la passione si raggiunge l'impensabile 

"Con la passione, l’amore e l’amicizia si può raggiungere l’impensabile - commenta Costa - Un risultato certamente grandioso per la nostra realtà e che ci spinge a portare avanti con entusiasmo la nostra attività di divulgatori artistici della cultura, della storia e della vita piemontese. Dedico questo premio anche alla memoria di tutte le vittime del naufragio, ai nostri piemontesi e alla memoria di tutti i bambini scomparsi per “la bòria ‘d l’omo”. 

Alcune immagini inedite del film

Alcune immagini inedite del film

Alcune immagini inedite del film

Alcune immagini inedite del film

Alcune immagini inedite del film

Alcune immagini inedite del film

Alcune immagini inedite del film

Alcune immagini inedite del film

Alcune immagini inedite del film

Alcune immagini inedite del film

Alcune immagini inedite del film