Qualche giorno fa, dalla redazione mi girano una email di tal Enrico Costa che suggeriva di interessarsi all’opera artistica di un suo avo, Luigi Costa, figura di spicco della prima metà del Novecento, che ha lasciato un segno indelebile in un centinaio di chiese italiane, tra cui alcune anche nell'Astigiano. Maestro dell’arte vetraria assai apprezzato e premiato al tempo, oggi ingiustamente dimenticato.
L’arte del Novecento non mi ha mai preso come quella di altri periodi storici, mia carenza e sicuramente mio errore. Resta il fatto di aver studiato meno il periodo e, conseguenza diretta, di averne scritto meno. Insomma, sono onesto, non sapevo chi fosse Luigi Costa. Consulto i link allegati alla email di Enrico, che scopro esserne nipote, e mi vergogno. Ancor più nell’appurare che il suo avo aveva lasciato dalle nostre parti alcune chicche estetiche non certo da poco. In particolare, le diverse spettacolari vetrate a tema sacro che arricchiscono dal 1928 la chiesa di San Martino a Calosso.
Inizio a colmare la mia carenza di racconto, in occasione del ritorno di Caccia al Refuso. Ritorno della fortunata sfida di lettura che, tra maggio e giugno scorsi, ha coinvolto un mucchio di attenti lettori. Come allora, nel testo a seguire, ho volutamente inserito un refuso, la prima a trovarlo, declino al femminile che, dopo le scorse sette puntate ho rinunciato a sperare in un uomo vincitore, sarà premiata con un mio articolo personalizzato.
Luigi Costa nasce a Mantova nel 1887, lì frequenta una rinomata scuola d’arte, manifestando sin dall’inizio particolare inclinazione per la vetraria artistica. Dopo il diploma in disegno, prende parte all’Esposizione Internazionale di Milano del 1906 e si trasferisce nel capoluogo lombardo per continuare la sua formazione presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 1910 incontra e sposa una bellezza monferrina e, a ruota, apre ad Alessandria un rinomato laboratorio e negozio di vetrate artistiche. Partecipa alle più prestigiose esposizioni nazionali e internazionali, riportando sempre prestigiosi riconoscimenti. Le sue vetrate artistiche, iniziate nel periodo Liberty e successivamente evolutesi nello stile Art Déco, riscuotono successi su successi, nonché premi e onorificenze di rilievo, fino a riconoscimenti per il valore artistico da ben due papi: Pio XI e Pio XII. Insomma, uno proprio bravo.
Vetrate, caratterizzate da eccezionali combinazioni cromatiche, che hanno sempre saputo creare atmosfere suggestive e coinvolgenti nell’adornare circa un centinaio di chiese e cappelle in Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, oltre ad una marea di ville, luoghi pubblici, attività commerciali, locali e hotel. Ad Alessandria, alla prima voglia di gita, non perdetevi, tanto per citarne qualcuna, quelle del Palazzo Vescovile, della chiesa di Santa Maria di Castello, del Carmine, di Sant’Alessandro, dei Frati Cappuccini, di San Giacomo della Vittoria e di Santa Rita.
Nell’Astigiano, di assoluto valore, da scoprire o riscoprire con occhio nuovo, mio in primis, le vetrate, cariche di bellissima sensibilità espressiva e carattere, della parrocchiale di San Marino a Calosso, nel centro storico, bucherellato da crotin, di uno dei borghi più affascinanti del Sud Astigiano, regno del Gamba di Pernice, che nel luglio 2011 ha ottenuto la Doc con il nome di “Calosso”. Chiesa innalzata negli ultimi decenni del '600 e ampliata nell’Ottocento, con una facciata di fregi nella parte centrale, alta e slanciata, composta da due corpi sovrapposti ripartiti con lesene e terminanti con un timpano. Il suo interno è arricchito da uno straordinario coro ligneo di inizio Settecento e da un importante organo, opera di Vittorio Vittino di Centallo, che consta di 1040 canne. Non vi bastasse, fatevi un giro a Canelli a scoprire altri spettacoli cromatici e grafici di Costa, nella chiesa di San Antonio e in quella del Sacro Cuore, a Nizza Monferrato, nella chiesa di San Siro, alla chiesa di Casalotto, frazione di Mombaruzzo, a Castello di Annone e a San Damiano d’Asti, in elenco opere, ma senza specifica, ahimè, di quali chiese, a sommare, se proprio volete, la caccia al Costa alla Caccia al Refuso.