Agricoltura - 26 settembre 2025, 12:49

Agricoltura astigiana in crisi: prezzi sotto i costi, incertezza su uve e nocciole

Confagricoltura Asti: "Così non regge. Servono semplificazione, più risorse e una catena del valore più equa. La nuova Pac va ripensata"

Confagricoltura Asti lancia l'allarme: nei principali comparti provinciali i prezzi non coprono i costi di produzione, con criticità marcate per cereali, uve e nocciole. Per i cereali, l'annata 2025 risulta nella media per quantità e qualità, ma le quotazioni non raggiungono la soglia di sostenibilità economica indicata dagli agricoltori.

Secondo i dati camerali del 22 settembre, il frumento tenero biscottiero è a 205 euro/tonnellata, mentre la soglia di redditività stimata è 250 euro/tonnellata. Anche il mais nazionale ibrido è fermo intorno a 230 euro/tonnellata (riferimento Granaria di Milano), al di sotto dei 260 euro/tonnellata ritenuti necessari a coprire i costi, aggravati dall'irrigazione. Le previsioni segnalano inoltre possibili ribassi legati alla svalutazione del dollaro.

Il comparto corilicolo vive una stagione particolarmente difficile: la Nocciola tonda gentile trilobata spunta 500–550 euro/quintale solo per partite di alta qualità, mentre molte produzioni, penalizzate da rese inferiori, si fermano attorno a 400 euro/quintale. La raccolta registra cali oltre l'80% in diverse aree, tra temperature estive elevate, cascola anomala, andamento primaverile irregolare e piante già provate dagli ultimi anni.

Sul fronte vitivinicolo, con vendemmia ancora in corso in alcuni areali, la qualità è giudicata buona ma i listini restano incerti: diverse conferiture sarebbero avvenute senza prezzo già definito, alimentando l'incertezza di cassa delle aziende.

Il quadro è appesantito dagli effetti del cambiamento climatico — estati torride, siccità alternata a piogge intense e alluvioni — e dalla pressione delle importazioni, con l'ingresso in Italia di oltre 10 milioni di quintali di grano tenero per l'industria dolciaria, una quota rilevante dei quali destinata al Piemonte.

"Anche l'agricoltura astigiana risente di un contesto internazionale sfavorevole. L'ultima 'tegola' arriva da Bruxelles con la nuova Pac: meno risorse in un unico fondo, pianificazione su base statale e non più comunitaria" afferma Mariagrazia Baravalle, direttrice di Asti Agricoltura. "Serve l'esatto opposto: semplificazione burocratica, più budget e una migliore distribuzione del valore. Le imprese hanno diritto a una giusta remunerazione e i consumatori a prodotti di qualità tracciabili a un prezzo equo".

Sulla stessa linea il presidente Gabriele Baldi: "Clima impazzito, burocrazia crescente, importazioni selvagge, mercato debole e ritardi nei sostegni stanno affliggendo le aziende. Senza interventi concreti il rischio è perdere imprese e reddito, ma anche presidio del territorio, con conseguenze ambientali gravi".

Confagricoltura Asti chiede interventi urgenti: riallineare i prezzi ai costi effettivi, accelerare i sostegni, semplificare le procedure, rafforzare le tutele contro la concorrenza sleale e riequilibrare la catena del valore dal campo allo scaffale. In assenza di correttivi, la sostenibilità economica del settore primario e la manutenzione del paesaggio agrario risultano a rischio.

Redazione