Cultura e tempo libero - 27 settembre 2025, 09:15

Martino di Loreto: Asti celebra il Medioevo con il genio di Bordone e Piccatto [FOTO]

Un’opera che unisce storia e immaginazione inaugurata ieri al Battistero

Un viaggio nel Medioevo attraverso la magia della graphic novel. È questo il cuore pulsante della nuova mostra astigiana che rilancia l’opera “Martino di Loreto”, firmata con passione e rigore dallo storico Renato Bordone e dal disegnatore Luigi Piccatto. Due giganti della cultura locale, scomparsi ma mai dimenticati, il cui lavoro torna a risplendere nella cornice del festival del Medioevo Astese.

L'esposizione, inaugurata ieri al Battistero di San Pietro con il contributo di Luca Bosio è un evento che segna uno dei momenti più intensi del festival culturale cittadino. L’esposizione non è solo un percorso tra tavole illustrate, ma il ritorno vivo e pulsante di due figure che hanno lasciato un segno indelebile nella cultura astigiana e non solo: lo storico medievalista Renato Bordone e il disegnatore Luigi Piccatto, due personalità di talento che, pur appartenendo a mondi diversi, hanno saputo intrecciare linguaggi e visioni per creare un’opera unica.

"Martino di Loreto" nasce infatti dall’incontro tra il rigore scientifico di Bordone, docente di storia medievale all’Università di Torino, e la forza evocativa del segno di Piccatto, maestro del fumetto italiano, affiancato dai suoi collaboratori. Una collaborazione che ha saputo trasformare la complessa intelaiatura storica in un racconto visivo fruibile e accattivante, senza perdere profondità e autenticità.

Un viaggio tra "Santi, cavalieri, cortesie, audaci imprese"

 In precedenza, sempre nel complesso di San Pietro, si è svolto il convegno "Santi, cavalieri, cortesie, audaci imprese", moderato da Alberto Sinigaglia. Relatori come Luisa Gentile, Ezio Claudio Pia, Maresa Barolo, Alessio Innocenti e Donatella Gnetti hanno offerto una lettura diacronica e a più voci della storia di Asti nel Medioevo, concentrandosi in particolare sul tema della cavalleria.

L’incontro ha approfondito le virtù di santi e cavalieri, le regole di cortesia e le imprese coraggiose che hanno caratterizzato la società medievale astigiana, ricostruendo un quadro complesso e affascinante della vita cittadina.

L’eredità di due maestri

Le tavole esposte raccontano un Medioevo sorprendentemente vivo, lontano dagli stereotipi e vicino a quell’umanità che Bordone aveva saputo restituire con studi appassionati e rigorosi. Piccatto, con il suo tratto riconoscibile e vibrante, ha dato corpo e volto a personaggi e scenari che trasudano storia e fantasia. Il risultato è stato un volume capace di appassionare tanto gli studiosi quanto i lettori più giovani, avvicinando mondi che raramente si incontrano: la ricerca accademica e l’arte popolare del fumetto.

Nel nuovo grande volume riedito nel 2025 dall’Associazione Tested Book, si ritrovano le tavole originali e la trama appassionata che distinguono "Martino di Loreto". La narrazione di Bordone resta fedele agli studi di archivio, mentre il segno di Piccatto, affiancato da illustratori e collaboratori, ricrea atmosfere, personaggi, dettagli d’epoca che rendono il Medioevo vivo e attuale. La pubblicazione di questa opera è solo l’inizio di un percorso, come sottolinea l’associazione, volto a recuperare e rilanciare i materiali dei principali autori locali tramite un lavoro di ricerca storica e divulgazione.

Il progetto è reso possibile da una collaborazione ampia che coinvolge storici, bibliotecari e artisti locali, e si affianca a iniziative didattiche e laboratori per le scuole. Asti, quindi, non si limita a ricordare, ma si propone di tramandare l’eredità di Bordone e Piccatto alle generazioni future attraverso il linguaggio universale del fumetto.

Tra gli interventi più sentiti, quello di Donatella Gnetti, già direttrice della Biblioteca Astense, che durante la presentazione del Festival aveva voluto sottolineare il legame profondo che univa gli autori alla città e all’opera: "Questa mostra paga dei debiti di riconoscenza a suoi figlioli particolarmente illustri che hanno comunque illustrato la città. Martino è nato nel mio ufficio, quindi l’ho veramente tenuto a balia. Ero molto legata a Renato Bordone, che è stato il mio insegnante, ed ero amica di Luigi Piccatto. Davvero questa mostra trovo che sia una splendida occasione per ricordare tutte queste persone".

Parole che restituiscono il senso più vero dell’esposizione: non solo un’occasione per ammirare tavole artisticamente straordinarie, ma anche un momento di comunità, di riconoscenza e affetto verso chi ha contribuito a rendere più ricco e più consapevole il patrimonio culturale cittadino.

Una narrazione che continua

"Martino di Loreto" non è solo un libro a fumetti, ma una vera e propria narrazione storica corale, in cui discipline diverse si incontrano e dialogano. Nel rigore dei contenuti, nella fluidità della scrittura visiva, nella passione che traspare da ogni tavola, si ritrova l’anima di Bordone e Piccatto, due interpreti della cultura capaci di parlare al passato, al presente e, grazie a questa mostra, anche al futuro.

La loro eredità, oggi esposta e raccontata, non si limita a quelle pagine. Vive nelle generazioni che hanno formato e ispirato, nei lettori che hanno emozionato, nella città che ancora li ricorda come suoi maestri.