Economia e lavoro - 30 settembre 2025, 13:30

Coperture e responsabilità, i manager fanno i conti con un quadro sempre più complesso

Asti è il terzo territorio in Italia per infortuni sul lavoro: un primato che pesa sui dirigenti. Tra norme e rischi crescenti, si chiedono tutele concrete e maggiore consapevolezza

Le immagini dell'incontro (Merphefoto)

Un pomeriggio fitto di interventi, testimonianze e soprattutto consapevolezza. Alla Scuola Alberghiera di Asti, Federmanager Asti – in collaborazione con Praesidium SpA – ha riunito decine di dirigenti e quadri del territorio per affrontare un tema che, come ha sottolineato il presidente Federico Marchese, è "sulla bocca di tutti": le coperture assicurative contrattuali e le responsabilità civili e penali connesse all’attività dirigenziale. A discuterne , con  interventi tecnici, gli avvocati Stefano Minucci e Matteo Porricolo e con la relazione di Matteo Scarso di Praesidium.

La questione della responsabilità

Marchese ha aperto i lavori con una riflessione che ha colpito la platea: "Basti pensare a tutti gli infortuni giornalieri che vengono registrati e catalogati. Tutto ciò che succede durante il lavoro viene analizzato, ma quello che accade dopo diventa una vera e propria caccia alle streghe, che ricade sempre, in prima persona, sul dirigente di riferimento. È lui che paga le conseguenze, anche quando ha agito nel rispetto delle regole".

Non si tratta solo di una questione teorica. Le norme, ha ricordato il presidente, prevedono due strumenti contrattuali di tutela: "L’articolo 15 vincola la società a garantire protezione civile al dirigente, mentre l’articolo 12 introduce le tipologie assicurative che possono fare la differenza. Ma le eccezioni sono tante, e proprio su queste vogliamo dare chiarezza ai nostri iscritti".

Un esempio concreto? Marchese non ha esitato: "Il fallimento di una società può generare il pignoramento a carico del dirigente. È una prospettiva che fa tremare le gambe, ma che va conosciuta per essere affrontata".

Un territorio fragile

L’attenzione si è poi spostata sul contesto locale, con dati che fanno riflettere. "Il territorio astigiano è il terzo in Italia per numero di infortuni sul lavoro", ha scandito Marchese. "Lei si immagini cosa significa: in un’area con circa 300 iscritti, si registrano due incidenti al giorno. E se questa è la realtà delle aziende strutturate, pensiamo a cosa accade in quelle destrutturate, dove spesso non c’è controllo né prevenzione".

Il dato non è solo numerico, ma umano. "Dietro ogni incidente non c’è solo la responsabilità civile, ma anche quella penale. E questo è un aspetto che molti sottovalutano. Il penale è personale: non riguarda più l’azienda, ma il singolo manager. La presa di coscienza sui propri diritti e doveri è fondamentale".

L’importanza della formazione

La cronaca dell’incontro si è intrecciata con una vera e propria lezione di educazione alla consapevolezza. Marchese ha insistito: "Noi spesso ci sentiamo dire: che cosa fa Federmanager per me? Ecco, noi ci siamo soprattutto nei momenti di difficoltà. E purtroppo, è in quei momenti che si scopre l’ignoranza normativa. Ma la legge non ammette ignoranza. Per questo organizziamo eventi come questo, per dare strumenti e risposte concrete".

Il presidente ha poi allargato lo sguardo al ruolo del manager nel 2025: "Fare il manager oggi è una presa di coscienza, a volte figlia dell’incoscienza. I rischi sono maggiori rispetto al passato, e il dirigente è spesso chiamato a rispondere anche oltre il proprio perimetro tradizionale. Ma non dimentichiamoci dei quadri, che sono tantissimi: anche loro devono avere conoscenza, consapevolezza e competenze per proteggersi. Più aumenta la consapevolezza, minori diventano i rischi per noi e per le nostre famiglie".

Le tutele contrattuali

Il cuore della discussione è stato poi il richiamo al valore delle clausole inserite nel contratto collettivo: "Oggi vogliamo fare insieme un ripasso di quando, con sacrifici e trattative con Confindustria, abbiamo ottenuto di inserire nei testi del nostro contratto nazionale articoli fondamentali come il 15 e il 12, che garantiscono tutele concrete. Sono strumenti preziosi, ma bisogna conoscerli per poterli usare".

Marchese ha voluto anche ammonire su un punto cruciale: "Sempre più spesso, i dirigenti vengono chiamati a risarcire danni derivanti da infortuni o malattie professionali, con azioni che arrivano fino al pignoramento dei beni personali. È inaccettabile, ma succede. Per questo il nostro compito è ricordare a tutti che la responsabilità del dirigente non finisce al portone dell’azienda: riguarda anche il suo patrimonio familiare".

Un messaggio chiaro

Il presidente ha ribadito la centralità del ruolo di Federmanager: "Non è solo una questione di rappresentanza. È un lavoro quotidiano di tutela, supporto e accompagnamento. Abbiamo il dovere di essere vicini ai nostri iscritti, non solo quando le cose vanno bene, ma soprattutto nei momenti critici".

Poi, come da tradizione, un apericena di networking, occasione per proseguire il confronto in un clima informale, mentre rimane chiaro il messaggio del convegno: "La legge non ammette ignoranza. E allora non possiamo permettere che i nostri manager affrontino soli responsabilità tanto grandi. La conoscenza è la nostra prima forma di protezione".

Le immagini dell'incontro (Merphefoto)

Le immagini dell'incontro (Merphefoto)

Le immagini dell'incontro (Merphefoto)

Le immagini dell'incontro (Merphefoto)

Le immagini dell'incontro (Merphefoto)

Le immagini dell'incontro (Merphefoto)

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Le immagini dell'incontro (Merphefoto)

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Le immagini dell'incontro (Merphefoto)

Le immagini dell'incontro (Merphefoto)

Le immagini dell'incontro (Merphefoto)

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Le immagini dell'incontro (Merphefoto)

Le immagini dell'incontro (Merphefoto)

I.P.