Cultura e tempo libero - 02 ottobre 2025, 17:21

Palazzo Alfieri ospita i bozzetti scenografici di Eugenio Guglielminetti: quaranta opere raccontano il teatro italiano

Sabato 4 ottobre inaugura "La prosa", mostra dedicata alle scenografie per spettacoli teatrali classici e contemporanei degli anni '60 e '70

La Fondazione Guglielminetti

Palazzo Alfieri si trasforma nuovamente in un palcoscenico dell'arte con l'inaugurazione, sabato 4 ottobre alle 17, della mostra "Bozzetti scenografici di Eugenio Guglielminetti. La prosa". L'esposizione, promossa dalla Fondazione Eugenio Guglielminetti in collaborazione con Fondazione Asti Musei, Comune e Provincia di Asti, rappresenta il secondo capitolo di un progetto espositivo che già lo scorso autunno aveva riscosso grande successo con la mostra dedicata al tema della "danza".

Quaranta opere inedite a tecnica mista, realizzate con inchiostro e collage, emergeranno dalle collezioni scenografiche custodite in Palazzo Alfieri per raccontare l'intensa attività creativa di Guglielminetti durante le fasi di allestimento degli spettacoli teatrali più significativi dei decenni che hanno segnato la storia della drammaturgia italiana ed europea.

Gli anni d'oro del teatro italiano: dai '60 ai '70

I bozzetti esposti testimoniano un'epoca fondamentale per il teatro italiano, quando tradizione interpretativa e sperimentazione visuale si fondevano in "singolari e coraggiose intuizioni" che hanno lasciato il segno nella storia del teatro internazionale. Le opere selezionate documentano collaborazioni con compagnie di attori di profonda esperienza, valorizzate da interventi scenografici dalle forti valenze simboliche e immaginifiche.

La mostra permette ai visitatori di completare la conoscenza dei modellini lignei già esposti nel Museo ipogeo dal Secondo Dopoguerra, ritrovando ambientazioni e personaggi della letteratura teatrale attraverso rappresentazioni essenziali nei linguaggi espressivi e visivi.

Prima sezione: il Teatro Stabile di Torino e le sperimentazioni milanesi

L'esposizione si articola in due sezioni tematiche. La prima documenta l'intensa collaborazione con il Teatro Stabile di Torino, guidato dalla sensibile programmazione dello storico Gian Renzo Morteo e del regista Gianfranco De Bosio, direttore dal 1957 al 1968. Con quest'ultimo Guglielminetti aveva iniziato a collaborare fin dagli anni Quaranta, creando un sodalizio artistico di straordinaria fertilità.

Tra i pezzi più significativi spiccano i bozzetti di costume per "La maschera e il volto" di Luigi Chiarelli (1957) e per "I nostri sogni" di Ugo Betti (1958), quest'ultimo con Luigi Vannucchi e Pina Cei, il cui modellino è permanentemente esposto nel Museo Guglielminetti.

Gli anni Sessanta si aprono con la drammaturgia pirandelliana: dai bozzetti per "L'uomo la bestia la virtù" (1960, regia di Ernesto Cortese) a quelli per "Il berretto a sonagli" (1962, regia di Franco Parenti), fino all'indimenticabile "Enrico IV" (1964, regia di José Quaglio) con l'interpretazione di Neda Naldi e Salvo Randone.

Particolare fascino riveste la sezione dedicata al coraggioso progetto del Teatro Sant'Erasmo di Milano, spazio ottagonale ipogeo in piazza dei Giardini che rappresentò per Guglielminetti un'originale avventura architettonica e scenografica. In questo teatro sperimentale, attori e pubblico interagivano nello spazio centrale della pista, dando vita a spettacoli come "Kibbuz" di Indro Montanelli (1962) e "La colonna infame" di Dino Buzzati.

Seconda sezione: la drammaturgia classica e le grandi interpretazioni

La seconda sezione accompagna i visitatori nella drammaturgia classica, con particolare attenzione ai complessi personaggi shakespeariani delineati negli allestimenti al Teatro Romano di Verona. Spiccano i bozzetti per "La dodicesima notte" (1971, regia di Orazio Costa Giovangigli) interpretata da Massimo Foschi, Leda Negroni, Mario Scaccia e Ileana Ghione, e per "Riccardo III" (1983, regia di Giovanni Pampiglione) con il ritratto di Valentina Fortunato e i costumi per Giorgio Albertazzi.

Di particolare raffinatezza sono i bozzetti per "La Gioconda" di Gabriele D'Annunzio, allestita nel 1971 per la compagnia Anna Proclemer-Giorgio Albertazzi nella scenografia liberty del Vittoriale a Gardone Riviera, il cui modellino è esposto nel Museo Guglielminetti.

Non mancano le testimonianze della versatile Compagnia del Teatro Delle Novità con Ernesto Calindri, Rina Centa, Renzo Montagnani, Lilla Brignone, Laura Tavanti e Carlo Ninchi, protagonista di vivaci esperienze itineranti che toccarono anche il Teatro Coliseo di Buenos Aires.

Un patrimonio documentario di eccezionale valore

L'esposizione si arricchisce di una preziosa sezione documentaria con testi critici di Gian Renzo Morteo, Giorgio Albertazzi e Lucio Ridenti, storiche copie della rivista teatrale "Il Dramma" e lettere originali di registi e attori che testimoniano l'intenso rapporto umano e professionale intrecciato da Guglielminetti con i protagonisti del teatro del suo tempo.

I costumi originali, eseguiti dalla Sartoria Annamaria di Milano per le protagoniste degli spettacoli, sono esposti su manichino nell'atrio della Fondazione, completando un percorso espositivo che restituisce l'atmosfera e la magia del teatro d'autore.

La mostra, curata da Marida Faussone e Giuseppe Orlandi, sarà visitabile tutti i giorni dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso alle ore 18) fino al 25 gennaio 2026 presso la sede della Fondazione Eugenio Guglielminetti in Palazzo Alfieri, corso Alfieri 375.

L'iniziativa è sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e Reale Mutua Assicurazioni - Agenzia di Asti, confermando l'impegno del territorio nella valorizzazione del patrimonio artistico e culturale locale.

Per ulteriori informazioni: www.museidiasti.com e museoeugenioguglielminetti.it.


 

Redazione