La velocità di intervento su un paziente geriatrico è fondamentale per evitare un aggravamento rapido del quadro clinico e, di conseguenza, il ricorso forzato all'ospedalizzazione che, seppur spesso necessaria, rappresenta negli anziani un evento critico. Le evidenze scientifiche documentate a livello internazionale segnalano infatti che, nel caso di pazienti fragili, il ricovero ospedaliero incrementa il rischio di declino funzionale e cognitivo, di infezioni o eventi avversi a farmaci, nonché il rischio di mortalità. Da questa considerazione prende le mosse il progetto sperimentale che l'ASL di Asti sta implementando in questi mesi grazie ad una sempre più stretta collaborazione tra ospedale, servizi territoriali e medici di medicina generale.
Il percorso dalla visita al ricovero diretto
A spiegare la novità è Laura Norelli, Direttore della Struttura Complessa di Geriatria: "Lo scopo è ridurre i ricoveri potenzialmente evitabili dei pazienti fragili. Come? Evitando accessi impropri al Pronto Soccorso e aumentando la possibilità per i soggetti anziani fragili di essere curati a casa". Il percorso parte dal medico di famiglia che, nel momento in cui individua un paziente over 75 con peggioramento dello stato di salute tale da richiedere una valutazione specialistica, emette una impegnativa per visita geriatrica che viene presa in carico dalla COT (Centrale Ospedaliera Territoriale). La richiesta viene dunque analizzata secondo criteri prestabiliti, ed inviata al Geriatra ospedaliero che visiterà il paziente in regime ambulatoriale. A seconda del caso, il Geriatra potrà stabilire: il rientro a domicilio con idonee terapie (anche parenterali) e/o medicazioni; eventuale attivazione delle cure domiciliari mediante l'intervento e il monitoraggio degli Infermieri di Famiglia e di Comunità; il ricovero diretto presso il reparto di Geriatria, evitando l'accesso in Pronto Soccorso.
Verso un modello sostenibile e replicabile
"Il progetto in parte già funzionante secondo le attuali risorse, ha dato dei buoni risultati in termini di protezione e accudimento dei pazienti anziani con comorbidità e multimorbilità – prosegue Norelli - per garantirne il successo è fondamentale una stretta sinergia tra i vari professionisti, superare le difficoltà organizzative e investire in strumenti digitali (a breve l'attivazione della telemedicina per il monitoraggio e la presa in carico a distanza). Il fine ultimo è creare un modello assistenziale sostenibile e replicabile in grado di garantire benefici non solo ai pazienti geriatrici ma alle loro famiglie e all'intero sistema sanitario".
In Piemonte gli over 65 rappresentano il 26,8% della popolazione, nel bacino dell'Asl AT la percentuale sale al 27,5%. Il progetto astigiano è stato presentato come buona pratica al 21° Congresso Internazionale della Medicina Geriatrica che si è svolto nei giorni scorsi a Reykjavik, in Islanda.