Attualità - 17 ottobre 2025, 11:07

“Non siamo invisibili”: i lavoratori dell’igiene ambientale in presidio sotto la Prefettura di Asti [FOTO E VIDEO]

I sindacati: “Un contratto fermo da troppo tempo, chiediamo dignità e sicurezza”

Le immagini del presidio (Merphefoto)

Mattinata di protesta, oggi, sotto la Prefettura di Asti, dove i lavoratori del comparto igiene ambientale si sono riuniti per dare forza allo sciopero nazionale indetto per il rinnovo del contratto collettivo. Una manifestazione compatta, scandita da striscioni, fischietti e parole d’ordine chiare: "più tutele, più sicurezza, più giustizia salariale"

“Un contratto vecchio, che non rispecchia più la realtà del lavoro”

Arianna Franco, segretaria provinciale della Funzione Pubblica Cgil, spiega con fermezza i motivi della mobilitazione: “Siamo qui oggi per lo sciopero e per il rinnovo del contratto dei dipendenti dell’igiene urbana. Ad agosto c’è stato l’ultimo incontro con la parte datoriale, da cui è nato lo strappo che ci ha portato in piazza. Dopo anni di fatica, il contratto è stato finalmente unificato tra pubblico e privato, ma non basta. È un contratto vecchio, va aggiornato sia nella parte retributiva che nelle tutele e nell’organizzazione del lavoro”.

Franco sottolinea l’urgenza di un adeguamento salariale: “È necessario un recupero dell’inflazione degli ultimi anni e una revisione delle indennità, insieme ai profili professionali. Le mansioni sono cambiate, i mezzi pure, i rischi sono aumentati. Serve un impianto nuovo che riconosca la fatica e la complessità di questo lavoro”.

Ma la battaglia, aggiunge, riguarda anche la sicurezza: “I lavoratori dell’igiene urbana affrontano condizioni climatiche estreme, caldo e freddo intensi, e non si può lasciare che la tutela dipenda dal buon cuore delle aziende. Devono esserci norme standardizzate, uguali per tutti”.

E poi c’è il tema del lavoro usurante: “Bisogna tutelare chi ha più di 55 anni e si fa male, perché i lavori sono faticosi, a carico di tronco e articolazioni. Servono misure di tutela e un corrispondente ricambio generazionale”.

“Asti, mezzi vecchi e rischi quotidiani: servono manutenzioni costanti”

Franco guarda anche al territorio: “Nell’Astigiano ci sono tra i 400 e i 500 lavoratori nel comparto. Le aziende, in particolare Asp, devono farsi carico della sicurezza in modo puntuale. Alcuni mezzi sono fatiscenti e mettono i dipendenti in difficoltà. E poi bisogna intervenire anche sui rapporti con l’utenza: abbiamo documentazione fotografica di cumuli di rifiuti pericolosi ai bordi delle strade, dove i lavoratori rischiano colpi dagli specchietti delle auto. Questo è inaccettabile: devono poter lavorare in sicurezza e le aziende devono battersi anche con le amministrazioni pubbliche per farlo”.

“Un contratto unico, basta differenze tra lavoratori”

Anche Paolo Cortese, lavoratore Gaia e componente della segreteria Fp Cgil, ribadisce la necessità di un contratto nazionale unico e applicato ovunque: “La prima richiesta fondamentale è il rinnovo del contratto nazionale. È lo strumento che garantisce i diritti dei lavoratori e deve essere applicato in modo uniforme. Nelle aziende del territorio, come Gaia, ci sono lavoratori interinali o esternalizzati che hanno contratti diversi, pur facendo lo stesso lavoro. A parità di mansioni e impegno, non è accettabile avere diritti e stipendi diversi”.

Cortese chiarisce l’obiettivo sindacale: “Vogliamo che sia applicato a tutti i lavoratori il contratto dell’igiene ambientale, firmato dalle organizzazioni più rappresentative, cioè Cgil, Cisl e Uil. Solo così possiamo garantire dignità e tutele vere”.

“Lavoro gravoso, famiglie in difficoltà, serve un adeguamento salariale”

A portare la voce della Cisl è Valter Lanfranco, vicesegretario territoriale della Fit Cisl: “Le nostre richieste partono da un adeguamento salariale. L’inflazione ha eroso i salari in modo pesante e ormai le famiglie non ce la fanno più. Serve un adeguamento reale al costo della vita. Lo vediamo anche dai dati: sempre più famiglie sono indebitate, anche per le spese ordinarie. È necessario che industriali e governo ci convochino intorno a un tavolo per migliorare le condizioni”.

Lanfranco pone l’accento anche sulle condizioni di lavoro: “Il nostro è un lavoro gravoso. Dopo pochi anni molti sviluppano malattie professionali. Servono più controlli e più sicurezza sul lavoro. Migliori condizioni non significano solo più soldi, ma una vita più dignitosa per chi oggi lavora e per i giovani che si avvicinano a questo mestiere. Non possiamo continuare a chiamarlo un servizio essenziale se non tuteliamo chi lo garantisce ogni giorno”.

Le immagini del presidio (Merphefoto)

Le immagini del presidio (Merphefoto)

Le immagini del presidio (Merphefoto)

Le immagini del presidio (Merphefoto)

Le immagini del presidio (Merphefoto)

Le immagini del presidio (Merphefoto)

Le immagini del presidio (Merphefoto)

Le immagini del presidio (Merphefoto)

Le immagini del presidio (Merphefoto)

Le immagini del presidio (Merphefoto)

Le immagini del presidio (Merphefoto)

Le immagini del presidio (Merphefoto)

Le immagini del presidio (Merphefoto)

Le immagini del presidio (Merphefoto)

Le immagini del presidio (Merphefoto)

Le immagini del presidio (Merphefoto)