Cronaca - 27 ottobre 2025, 11:57

Violenza di genere: la rete c'è, ma i ragazzi spesso non lo sanno [FOTO]

Un sondaggio della questura in tutte le superiori di Asti rivela: "Poca conoscenza della rete provinciale". I risultati completi giovedì alla Fondazione Goria

Il questore Di Donato con Elisa Chechile (MerfePhoto)

C'è tanta informazione sulla violenza contro le donne, ma i giovani astigiani sanno davvero a chi rivolgersi in caso di bisogno? La risposta, secondo i dati preliminari di un importante sondaggio provinciale, è "non abbastanza". È quanto emerso nel corso della conferenza stampa tenutasi stamattina presso la Questura di Asti che, insieme alla Croce Rossa e al mondo della scuola, ha presentato un progetto nato per indagare la consapevolezza degli adolescenti sul tema.

Il questore, Marina Di Donato, ha spiegato la genesi del progetto, nato dalla "passione e determinazione nell'affrontare il tema". Sebbene la repressione dei reati disponga di molti strumenti, il vero nodo resta la prevenzione. "È ovvio che trattandosi di un problema culturale bisogna partire dai giovani", ha affermato il questore.
L'indagine, intitolata "Il punto di vista dei giovani ci interessa", si è concentrata sugli studenti dell'ultimo anno delle superiori, tra i 17 e i 19 anni, di tutta la provincia. Sono stati somministrati oltre 1.300 questionari in tutti gli istituti, compresi quelli di Canelli, Nizza e le scuole private come il San Carlo e le Case di Carità. I risultati completi saranno resi noti giovedì mattina alle 10 presso la Fondazione Goria.
Il primo dato che fa riflettere è proprio la partecipazione. Dei 1.300 sondaggi distribuiti, solo 852 sono stati compilati e restituiti. "Perché quasi la metà non ha risposto?", si è chiesta la dottoressa Di Donato. Tra le ipotesi, l'indifferenza o una preoccupante mancanza di fiducia nelle istituzioni.
Ma il dato ancora più netto, emerso dalle domande specifiche (come "Conosci la rete provinciale antiviolenza?" o "Che genere di violenza contro le donne conosci?"), è che "a fronte di tanta informazione i giovani non hanno ancora ben chiaro cosa fa la rete provinciale antiviolenza e quali sono gli strumenti a disposizione", ha sottolineato il questore. 

Dei rispondenti, ben 842 hanno dichiarato di non aver mai avuto bisogno di contattarla.
Per questo, secondo la questura, è il momento di passare dalle parole ai fatti. "Quando si parla di violenza contro le donne si devono attuare cose concrete che possano far fare un passaggio ulteriore", ha insistito Di Donato. Un concetto ribadito dalla dirigente scolastica del Castigliano, Martina Gado, che ha sottolineato l'importanza di "riflettere per cercare di generare questo cambio culturale".
Un ruolo concreto e quotidiano è quello svolto dal centro antiviolenza della Croce Rossa Italiana, "L'orecchio di Venere". La referente Elisa Chechile ha ricordato l'impegno costante del centro: "Ci occupiamo di violenza tutti i giorni, tutto l'anno. Siamo gli unici, con polizia, carabinieri, vigili del fuoco, che accorrono sempre dove tutti scappano".
La Chechile ha definito la rete provinciale astigiana "splendida, che tutta Italia ci invidia", ma ha evidenziato le difficoltà delle vittime, che spesso temono di "non essere credute e cosa viene il dopo". La referente della CRI ha spiegato l'importanza di un supporto immediato: "Quando una persona dice 'faccio denuncia e non voglio tornare a casa' è necessario vi sia un luogo in cui ospitarla". L'Orecchio di Venere, grazie ai fondi regionali, non solo dispone di case rifugio, ma interviene anche nell'emergenza immediata: "In caso di impossibilità di ospitarla nel luogo preposto, la ospitiamo in hotel a spese dell'Orecchio di Venere". Un'azione vitale, perché, come ha concluso il questore Di Donato, "è importante denunciare ogni episodio di violenza, piccolo o grande che sia".

MerfePhoto

MerfePhoto

MerfePhoto

MerfePhoto

MerfePhoto

MerfePhoto

MerfePhoto

MerfePhoto