Teatro e cinema - 27 ottobre 2025, 13:45

Il Re è tornato (per una notte) al teatro Alfieri

Sergio Cortes e la sua band riportano ad Asti la magia di Michael Jackson: moonwalk, emozioni e nostalgia degli anni '80

Ci sono serate che ti riportano indietro nel tempo con la forza di un pugno allo stomaco, e quella di ieri al teatro Alfieri è stata esattamente questo. Michael Jackson Experience con Sergio Cortes non è stato un semplice tributo – è stato un tuffo nella nostalgia che ti ricorda perché certe canzoni, e un artista  hanno segnato un'epoca intera e ancora oggi la segnano

Quando l'illusione diventa arte

Sul palco, Cortes non si limita a imitare: incarna. Ogni movimento studiato alla perfezione, ogni gesto che richiama l'originale senza mai risultare una brutta copia. Le coreografie scorrono fluide come se fossero state rubate direttamente dagli anni d'oro, quando MTV era ancora rilevante e i videoclip erano piccoli film. I filmati proiettati sullo schermo - quelli dell''ultimo spettacolo immaginato da Michael Jackson , This is it - amplificano l'esperienza, creando una sorta di ponte temporale tra il palco e l'archivio di ricordi di chi c'era.

Da Smooth Criminal a Black or White, lo spettacolo attraversa l'universo sonoro di Jackson con la precisione di chi sa esattamente dove andare a pescare. Non ci sono sbavature, non ci sono pause morte. Solo energia pura che rimbalza dalle tavole del palco fino alle ultime file.

Thriller arriva verso la fine come un uppercut di pura adrenalina, con quelle coreografie zombie che sembrano uscite direttamente dal video originale. Beat It esplode con la sua carica rock, quella chitarra che Eddie Van Halen rese immortale, e improvvisamente il Teatro Alfieri diventa un'arena dove il pop incontra il metal in un abbraccio che solo gli anni '80 potevano permettersi. E poi c'è You Are Not Alone, un sussurro amplificato, quella ballata di R. Kelly che Jackson aveva trasformato in una dichiarazione d'amore universale.

Il momento della verità

Poi arriva Man in the Mirror, e il Teatro Alfieri si trasforma. Le luci si abbassano, gli schermi dei cellulari si accendono uno dopo l'altro come lucciole in una notte d'estate. È uno di quei momenti che ti fanno sentire parte di qualcosa di più grande, anche se in fondo stai solo assistendo a uno spettacolo. Ma la magia sta proprio qui: nella capacità di far dimenticare al pubblico che si tratta di una ricostruzione, di un omaggio. Per qualche minuto, MJ è davvero lì.

Il gran finale

E poi c'è Billie Jean. Il momento che tutti aspettavano. Il moonwalk. Quel passo che ha definito un'era e che ancora oggi, nel 2025, continua a lasciare il segno. Quando Cortes scivola all'indietro sul palco, la platea esplode. Non importa che tu abbia visto quel movimento mille volte su YouTube o nelle compilation nostalgiche: dal vivo ha un impatto diverso, viscerale .La band pompa il basso con quella linea ipnotica che Quincy Jones rese leggendaria, e il Teatro Alfieri diventa uno spazio sospeso dove il tempo si piega su se stesso.

Lo spettacolo finisce, le luci si riaccendono, e ti rendi conto che per un'ora e mezza sei stato da un'altra parte. In un tempo in cui la musica pop aveva ancora il potere di unire, di creare momenti condivisi che andavano oltre le divisioni. Sergio Cortes e il suo Michael Jackson Experience hanno fatto esattamente questo: riportare ad Asti un pezzo di quella magia, con la consapevolezza che certe icone non muoiono mai davvero.