Cultura e tempo libero - 16 novembre 2025, 19:50

L'antologia "Io dico" riporta nelle librerie la 'voce' di Giorgio Faletti

L'opera, curata dalla moglie Roberta Bellesini e da Chiara Buratti, è una raccolta dei pensieri dell'artista astigiano su vita, amore e società. Un ritratto che unisce l'uomo al personaggio poliedrico

Giorgio Faletti ritratto in un'immagine d'archivio

La voce di Giorgio Faletti, una delle più ironiche, malinconiche e poliedriche della cultura italiana contemporanea, è pronta a tornare nelle case e nei cuori dei suoi lettori. Venerdì 21 novembre, infatti, arriverà in tutte le librerie "Io dico. Giorgio Faletti attraverso la sua stessa voce", un volume destinato a diventare un punto di riferimento per chiunque abbia amato il grande artista astigiano. Pubblicato dalla casa editrice Glifi Gallucci per la collana "Sounds Good!", il libro non è una biografia, ma un viaggio diretto nella mente e nella sensibilità di Faletti, guidato dalle sue stesse parole.

L'essenza di Faletti, scelta da chi lo ha amato

A curare questa preziosa raccolta sono due figure femminili che hanno conosciuto profondamente l'uomo e l'artista: Roberta Bellesini Faletti e Chiara Buratti.

Roberta Bellesini, moglie di Giorgio, è architetto e instancabile promotrice culturale, oggi presidente di quella Biblioteca Astense che Giorgio stesso presiedette e che ora porta orgogliosamente il suo nome. Chiara Buratti, giornalista e attrice, era legata a entrambi da una forte amicizia e da motivi professionali. Nonché a sua volta moglie del compianto giornalista e speaker radiofonico Massimo Cotto, anche lui prematuramente scomparso e amico fraterno di Faletti, che figura nel libro con un omaggio.

La loro curatela non è un semplice assemblaggio, ma una selezione intima e ragionata. Come specificano le autrici, "Io dico" raccoglie le riflessioni più significative di Faletti sulla vita, l’amore, la società e la musica, attingendo a un vastissimo patrimonio: libri, interviste, canzoni e, per la gioia degli estimatori, materiale inedito. Il volume si compone di aforismi fulminanti, testi poetici e pensieri scelti per restituire un ritratto completo, mai banale.

Il ritratto di un uomo poliedrico

La vera forza dell'operazione è mostrare, attraverso la sua "voce", l'incredibile versatilità di un intellettuale che ha attraversato mondi apparentemente inconciliabili. Giorgio Faletti è stato un camaleonte artistico, capace di eccellere in ogni campo che ha toccato.

Il pubblico italiano lo ha prima amato come cabarettista, dai palchi fumosi del Derby di Milano fino alla consacrazione televisiva con personaggi iconici nel "Drive In". Poi lo ha scoperto cantante e paroliere raffinato, capace di scrivere testi indimenticabili per giganti come Mina, Angelo Branduardi e Milva, oltre che in veste di interprete di brano iconici come "Signor tenente". Infine, l'ulteriore svolta che ha sorpreso tutti: la sua seconda vita da scrittore di bestseller di caratura internazionale, con milioni di copie vendute nel mondo, al punto da guadagnarsi la stima pubblica di maestri del thriller come Jeffery Deaver (nella foto ritratto con Faletti durante un incontro presso l'aula magna del polo universitario), che ora contribuisce all'antologia con un ricordo.

L'Astigianità come radice e orgoglio

Ma "Io dico" non dimentica l'uomo dietro i successi. L'articolo non può che sottolineare un aspetto fondamentale, rimarcato anche nel libro: la profonda astigianità di Faletti.

Nonostante il successo nazionale e internazionale, non ha mai tagliato il cordone ombelicale con la sua terra, Asti e l'Astigiano. ALla quale era anzi legato da un rapporto viscerale, fatto di ritorni, di ispirazione e di impegno concreto. La sua presidenza della Biblioteca Astense non fu un incarico di rappresentanza, ma un impegno sentito, volto a rilanciare la cultura nella sua città. Oggi, come detto, quella stessa biblioteca porta il suo nome ed è guidata, in una commovente continuità di intenti, proprio dalla moglie Roberta Bellesini.

"Io dico" si preannuncia quindi come un'opera essenziale: non solo per ricordare l'artista che ci ha fatto ridere, cantare e leggere negli ultimi trent'anni, ma per continuare a dialogare con la sua intelligenza ironica, ambiziosa e profondamente umana.