Economia e lavoro - 19 novembre 2025, 10:50

Banca di Asti: la Fabi solleva preoccupazioni e sottolinea che la vendita delle quote della Fondazione Crasti non è un obbligo, ma una scelta

Scrive il sindacato autonomo dei bancari: "Il modello di banca tradizionale, ancora vivo nella realtà astigiana, rappresenta un elemento di coesione sociale insostituibile e non deve essere compromesso da scelte imposte da logiche esclusivamente finanziarie"

La Fabi, Federazione Autonoma Bancari Italiani, rilancia l’attenzione sull’importanza della Banca di Asti come istituto radicato nel territorio piemontese, riconoscendone il ruolo fondamentale di presidio a tutela di cittadini, famiglie e imprese locali. Una banca peraltro caratterizzata da una liquidità e da una solidità patrimoniale tra le migliori d’Italia.

Il modello di banca tradizionale, ancora vivo nella realtà astigiana, rappresenta un elemento di coesione sociale insostituibile e non deve essere compromesso da scelte imposte da logiche esclusivamente finanziarie.

In questo contesto, la Fabi evidenzia che la Fondazione Crasti, azionista di maggioranza della Banca, ha a disposizione un arco temporale di 3 anni per ottemperare agli obblighi imposti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze di ridurre la propria partecipazione. Non si deve quindi cadere nell’affanno o nella fretta di una cessione immediata delle quote, né appiattirsi sulle pressioni di aggregazioni che potrebbero mettere a rischio il mantenimento dell’identità e del radicamento della banca nel territorio di Asti e delle province limitrofe.

La Segreteria Provinciale della Fabi di Asti


 

Redazione