Asti si prepara a vivere un 25 novembre intenso, segnato dall’energia e dalla determinazione di chi non vuole più assistere in silenzio alla violenza di genere. Non una di meno torna in piazza con una manifestazione che vuole essere un grido collettivo, un invito a cambiare prospettiva e a costruire un sistema capace di accogliere davvero chi subisce abusi.
Le ragioni della protesta
Il movimento mette al centro richieste chiare, che scorrono come un filo rosso tra le tante voci che si uniranno nel corteo, come si legge tra le motivazioni della manifestazione: " L’obiettivo è un Paese che creda alle vittime e che renda obbligatoria un’educazione sessuo–affettiva capace di prevenire la violenza già tra i banchi di scuola. Allo stesso tempo si chiede più sostegno ai centri antiviolenza e agli sportelli d’ascolto, mentre si critica la destinazione di fondi pubblici alle associazioni antiabortiste "
Nella visione del gruppo c’è "un welfare che non scarichi sulle donne ciò che dovrebbe essere garantito dalla sanità pubblica e dallo Stato, e una legge di bilancio che non alimenti la spesa militare ma investa nella cura e nei diritti".
Il ritrovo è fissato per martedì alle 18 in piazza Cairoli, dove si radunerà la rete astigiana del movimento insieme a cittadine, cittadini e associazioni. Da lì partirà un corteo che attraverserà le vie del centro per poi concludersi in piazza San Secondo.