Sport - 27 novembre 2025, 14:00

Crisi Asti: contro il Celle Varazze un’altra sconfitta pesante. Le parole di Cascino e Ferrari aprono il caso-gol

“La squadra crea tanto ma non concretizza”: cresce la preoccupazione mentre la classifica si complica

Edoardo Ferrari in azione nel match di Coppa Italia contro la Pistoiese (Ph: MerfePhoto)

Il giorno dopo Celle Varazze–Asti 2-0 restano soprattutto tre sensazioni: rammarico, frustrazione e consapevolezza di trovarsi in un momento chiave della stagione. Perché se è vero che la prestazione vista in Liguria è stata, come riconosciuto da tutti, una delle migliori dell’ultimo mese, è altrettanto vero che il risultato dice altro: terza sconfitta consecutiva, aggancio in classifica proprio da parte dei liguri e una zona playout che ora bussa prepotentemente alla porta.

Il film della partita: dominio del primo tempo e gol subiti nei momenti chiave

Per oltre un’ora l’Asti ha comandato il gioco: pressione alta, recuperi nella metà campo avversaria, almeno sei occasioni nitide nel primo tempo e altre nel secondo. Poi il blackout: al 66’ Bortoletti trova l’1-0 su palla inattiva, episodio discusso tra un presunto fuorigioco e marcature rivedibili; all’81’ Firman chiude la partita sfruttando un’incertezza difensiva. 

Cascino: “Dominata sotto tutti gli aspetti. Senza un attaccante che la butta dentro, paghi tutto”

Nel post-partita, ai microfoni di Gianlorenzo Tortarolo, mister Cascino non usa mezzi termini. Da una parte elogia la squadra, dall’altra individua con lucidità il problema più grande: la sterilità offensiva.

Il tecnico è netto: "Abbiamo dominato tecnicamente, tatticamente e fisicamente. Non posso rimproverare nulla ai ragazzi. Se hai 7-8 occasioni limpide e non la butti dentro, poi rischi di subirne uno così. È mancato l’attaccante che fa gol; siamo in emergenza davanti mentre spettiamo il rientro del nostro centravanti".

Le sue parole sono il primo vero campanello d’allarme: l’Asti crea, forse come poche altre squadre del girone, ma non concretizza. E nella frustrazione si legge anche la svolta emotiva degli ultimi match: dal 2-0 rimontato in 45 minuti dal Derthona è cambiata l’inerzia della stagione.

Cascino però guarda anche ai segnali positivi: "Oggi volevo una prova d’orgoglio e i ragazzi l’hanno data. Uscire dal campo con la maglia da strizzare: questo è il nostro obbligo".

Il messaggio è chiaro: non è crisi di gioco, è crisi di episodi e finalizzazione.

Edoardo Ferrari, uno dei più attivi davanti, ha confermato l’amarezza del mister. Anche lui ha definito “falso” il risultato, convinto che l’Asti meritasse ben altro. Ha parlato di un gol sfiorato per centimetri, di episodi che sembrano sempre girare dalla parte sbagliata, di un gruppo che fa un lavoro enorme e che però vede i propri sforzi vanificati da dettagli minuscoli.

 Ha voluto ribadire che non c’è una colpa individuale, né della difesa né dell’attacco, ma una somma di coincidenze negative che si ripetono ogni partita. E nonostante tutto, anche nelle sue parole si avverte una certa fiducia: la squadra, dice, è viva, è presente, e da oggi si riparte subito per invertire la rotta.

Il problema, però, è che il tempo non è più un alleato. La classifica si è accorciata e adesso l’Asti si trova esattamente nel mezzo del traffico, con le inseguitrici vicinissime e un calendario di dicembre che non concede tregua. La sensazione è che la squadra stia pagando una crisi di episodi più che di gioco. Le prestazioni ci sono, la costruzione c’è, la personalità pure. Manca ciò che nel calcio decide il destino delle squadre: il gol, quel dettaglio che cambia tutto, che alleggerisce, che permette di gestire le partite invece di inseguirle.

Riccardo Bracco