Il Consiglio Regionale del Piemonte ha approvato la proposta di deliberazione presentata dal consigliere Claudio Sacchetto, che introduce importanti modifiche al Piano Stralcio Agricoltura per la qualità dell’aria. Si tratta di interventi attesi da tempo dal mondo agricolo e sostenuti con forza da Confagricoltura Piemonte, che ora invita a proseguire il confronto per definire modalità di applicazione più aderenti alle esigenze degli allevatori e delle imprese del settore.
La revisione del Piano è stata esaminata nei mesi scorsi dalla Terza Commissione (Agricoltura), presieduta dallo stesso Sacchetto, ottenendo il via libera anche dalla Commissione Quinta (Ambiente) e dalla Giunta regionale.
"Abbiamo lavorato a lungo – spiega Sacchetto – insieme all’assessore all’Agricoltura Paolo Bongioanni, alle organizzazioni agricole e agli uffici tecnici, per apportare modifiche concrete al testo vigente. Eliminati l’obbligo delle coperture fisse per gli stoccaggi dei reflui zootecnici e la comunicazione preventiva per la loro distribuzione in campo. Inoltre, la data del 1° gennaio 2026 diventa una tappa di un percorso di adeguamento che sarà definito con le organizzazioni agricole".
Obiettivi confermati, norme più flessibili
Le modifiche non alterano gli obiettivi di riduzione delle emissioni di ammoniaca, riconoscendo però il percorso già compiuto dalla zootecnia piemontese nella direzione della sostenibilità.
Per Confagricoltura, quanto approvato rappresenta «un progresso tangibile nel dialogo con l’ente pubblico», ma non un punto di arrivo. L’associazione chiede infatti di proseguire il lavoro per costruire norme realistiche e applicabili senza penalizzare le imprese.
"Il settore agricolo – sottolinea il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia – è stato tra i primi a contribuire al miglioramento della qualità dell’aria. Oggi ci sono margini per alleggerire alcuni obblighi senza effetti negativi sull’ambiente. I dati nazionali utilizzati per stimare l’escrezione azotata degli animali e le emissioni non rispecchiano più le reali condizioni degli allevamenti, né le nuove diete né le tecnologie di abbattimento disponibili. Occorrono studi e misurazioni locali per aggiornare i valori tabellari e adeguarli alla realtà, rendendo più equa la quota emissiva attribuita alle aziende".
Confagricoltura sottolinea la necessità di un approccio basato su proporzionalità e gradualità, superando rigide scadenze che rischiano di risultare poco utili e difficilmente applicabili.
L’obiettivo è costruire, insieme alle istituzioni, un percorso condiviso che renda le norme più efficaci e sostenibili, tutelando sia l’ambiente sia la competitività delle imprese agricole piemontesi.