Il mondo del vino dà l’addio a Giuliano Noè, enologo tra i più influenti del Piemonte, figura chiave della rinascita della Barbera e punto di riferimento per generazioni di produttori. Aveva 90 anni.
Originario di Monforte d’Alba, Noè aveva iniziato la sua carriera negli anni Cinquanta, lavorando a Canelli e poi al fianco di numerose aziende del Monferrato. Con competenza, rigore tecnico e una visione spesso in anticipo sui tempi, trasformò la Barbera da vino “popolare” a prodotto di qualità, contribuendo in modo decisivo alla crescita dell’intero territorio.
Soprannominato affettuosamente “il barberologo”, fu tra i primi a intuire il potenziale del vitigno e a promuovere pratiche che puntavano su pulizia in cantina, selezione dell’uva e tecnologia al servizio dell’identità locale. Il suo contributo fu fondamentale anche nel percorso che portò al riconoscimento del Nizza DOCG, oggi tra le espressioni più prestigiose della Barbera.
Apprezzato come consulente, maestro per molti enologi e guida autorevole per le aziende del settore, Noè lascia un’eredità che va oltre la tecnica: l’idea che un grande vino nasca sempre dal rispetto del territorio e dalla cura quotidiana del lavoro.
Con la sua scomparsa, il Piemonte perde uno dei suoi interpreti più lucidi e appassionati. Il suo nome resterà legato per sempre alla Barbera e alla sua rinascita.