La questione della mobilità sostenibile e dei collegamenti a basso costo torna al centro del dibattito politico locale. A sollevare il problema è il gruppo consiliare Uniti si può, che ha presentato un'interpellanza rivolta al sindaco Maurizio Rasero per fare luce sulla cancellazione delle fermate Flixbus di Asti.
I consiglieri comunali Vittoria Briccarello e Mauro Bosia, firmatari del documento, denunciano una situazione paradossale che penalizza fortemente i cittadini astigiani. Fino a poco tempo fa, infatti, il capoluogo era inserito nelle tratte della nota compagnia di autobus, offrendo collegamenti diretti con diverse città italiane ed estere. Un servizio che, secondo i consiglieri, si era dimostrato "estremamente sostenibile economicamente e vantaggioso per gli astigiani", garantendo un'opzione di viaggio pratica e accessibile.
Oggi lo scenario è radicalmente cambiato. Nonostante i mezzi della compagnia continuino a transitare fisicamente sul territorio di Asti durante i loro spostamenti, non effettuano più alcuna sosta per la salita o la discesa dei passeggeri. La linea risulta operativa esclusivamente nei poli vicini di Alessandria e Torino, tagliando di fatto fuori l'utenza astigiana da un servizio di trasporto ormai consolidato a livello europeo.
Questa esclusione comporta non solo una minore praticità, ma anche un significativo aggravio economico per chi deve viaggiare. Per usufruire del servizio, un astigiano è ora costretto a recarsi a Torino, affrontando le spese del treno e dei mezzi urbani necessari per raggiungere la fermata del bus, che non è situata nelle immediate vicinanze della stazione ferroviaria. Una logistica complessa che porta a un risultato beffardo: "Spesso la maggior spesa è raggiungere la fermata di Torino rispetto al viaggio stesso in Flixbus", sottolineano Briccarello e Bosia nel loro documento.
Di fronte a questo disservizio, l'opposizione incalza l'amministrazione comunale chiedendo se siano state intraprese azioni concrete per ripristinare la fermata. I consiglieri domandano esplicitamente se il Comune si sia attivato per contrattare con l'azienda e quali siano le motivazioni reali che hanno spinto la ditta di mobilità a cancellare Asti dalla propria mappa.
Un punto cruciale dell'interpellanza riguarda le tariffe di posteggio applicate alla compagnia. Il sospetto avanzato da Uniti si può è che il Comune possa aver aumentato i costi per la sosta dei mezzi, rendendo la città meno competitiva rispetto alle vicine Alessandria e Torino. I consiglieri chiedono quindi al sindaco se vi sia stata una trattativa con l'operatore, quale esito abbia avuto e se l'eventuale aumento delle tariffe abbia influito sulla perdita del servizio. L'obiettivo finale dell'interrogazione è capire se esista, da parte dell'amministrazione, l'interesse e la volontà politica di rendere nuovamente il territorio "accattivante" per ottenere il ripristino della fermata.