Attualità - 05 dicembre 2025, 06:44

Legge di Bilancio, Legambiente denuncia: “Tagli irresponsabili ai fondi per la qualità dell’aria nel bacino padano”

Qualità dell’aria, fondi ridotti: il Piemonte teme uno stop ai miglioramenti registrati negli ultimi anni

Legambiente lancia un allarme severo dopo l’analisi del disegno di legge di Bilancio attualmente all’esame del Senato: il Governo ha previsto una drastica riduzione – pari al 75% – dei fondi destinati al miglioramento della qualità dell’aria nel bacino padano per gli anni 2026, 2027 e 2028.

Si tratta del Fondo per il finanziamento di specifiche strategie di intervento volte al miglioramento della qualità dell'aria nell'area della pianura padana”, risorsa essenziale per le politiche regionali di contrasto all’inquinamento atmosferico. I finanziamenti verrebbero in gran parte ripristinati soltanto a partire dal 2029.

Una scelta definita dall’associazione ambientalista grave, incomprensibile e irresponsabile, poiché arriva proprio nel momento in cui i territori più esposti ai superamenti di PM10 e PM2,5 stanno mostrando i primi segnali concreti di miglioramento dopo anni di investimenti e misure coordinate.

I segnali positivi: “Proprio ora non si può frenare”

Legambiente richiama alcuni dati incoraggianti:

Veneto: trend in calo per il PM10, con la possibilità concreta di un 2025 senza superamenti oltre i 35 giorni previsti dalla normativa—un risultato mai ottenuto negli ultimi vent’anni.

Lombardia: situazione ancora fragile ma in miglioramento.

Piemonte: primi benefici dalle misure avviate nell’area torinese.

Emilia-Romagna: progressiva riduzione degli inquinanti grazie a interventi integrati su mobilità, agricoltura ed efficienza energetica.

Per l’associazione, tagliare i fondi proprio mentre i primi risultati iniziano a vedersi significa rallentare politiche che stanno funzionando e rischiare di compromettere gli obiettivi di qualità dell’aria fissati dall’Unione Europea.

Rischi per la salute e nuove infrazioni UE

Il bacino padano è una delle aree più inquinate d’Europa, complice la conformazione geografica chiusa e l’alta densità di attività umane. I dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente relativi al 2023 parlano chiaro: in Europa circa 238.000 decessi prematuri sono legati al PM2,5; 43.000 sono italiani, in gran parte residenti proprio nella pianura padana.

Legambiente avverte: il taglio rischia di esporre l’Italia a nuove procedure d’infrazione e a pesanti sanzioni, oltre a comportare un arretramento nella tutela della salute pubblica.

Un arretramento nel quadro delle politiche climatiche

Il quadro appare ancor più critico se si considera il contesto europeo, dove l’Italia risulta tra i Paesi che hanno rallentato il percorso di riduzione delle emissioni, opponendosi anche a misure come lo stop alle caldaie a gas o la direttiva sulle “Case Green”. Secondo Legambiente, questa linea rischia di far perdere competitività e ritardare la transizione energetica.

L’appello al Parlamento

Legambiente chiede dunque al Parlamento di ripristinare immediatamente i fondi già previsti dal decreto MASE del luglio 2024, e di aprire un confronto serio con Regioni e Comuni per garantire continuità alle politiche sulla qualità dell’aria.

“Tagliare le risorse proprio ora è un atto irresponsabile che mette a rischio la salute di 25 milioni di cittadini del bacino padano”, afferma l’associazione, ricordando che una qualità dell’aria non conforme ai limiti è prima di tutto un problema sanitario.
“Solo politiche continuative, investimenti certi e un coordinamento efficace permetteranno di garantire città più vivibili e un ambiente più sano”.

Redazione