“Forsa Piemunt – Date n’andi”. Così, ieri, migliaia di agricoltori arrivati da ogni parte della regione, a bordo dei loro trattori, hanno portato davanti alla Giunta regionale una richiesta chiara: “Basta rinvii, servono decisioni”.
“Quello che arriva oggi dal mondo agricolo piemontese è un messaggio maturo e responsabile - ha affermato Fabio Isnardi - Gli agricoltori non chiedono deroghe o privilegi, ma politiche coerenti e una Regione capace di accompagnare chi lavora la terra in una fase segnata da cambiamenti climatici, instabilità dei mercati e costi crescenti”.
Dodici priorità e una richiesta di scelte immediate
Promotrice della manifestazione, Coldiretti ha infatti stilato un elenco di dodici priorità, chiedendo meno burocrazia e procedure più snelle; controlli più coerenti; sostegni alle filiere in difficoltà; strumenti assicurativi adeguati; risposte concrete sul lavoro stagionale; politiche ambientali basate sull’equilibrio, non sugli slogan; una gestione rigorosa di acqua e suolo; un piano strutturato per irrigazione e invasi; il contrasto alle fitopatie; una gestione efficace della fauna selvatica; una Pac più equa e davvero accessibile; misure mirate per la montagna e per le produzioni che ne garantiscono la vitalità.
“Da tempo – ha aggiunto Mauro Calderoni – come minoranza segnaliamo che il Piemonte non può permettersi di affrontare la crisi industriale, a partire dall’automotive, e le tante vertenze ancora aperte, dimenticandosi dell’altro grande pilastro della nostra economia: l’agricoltura. Se anche questo settore entra in sofferenza, il rischio è una perdita secca di reddito, lavoro, presidio del territorio e coesione sociale”.
Secondo i consiglieri del PD, la mobilitazione darebbe ulteriore forza alla richiesta rivolta al Consiglio: assumere decisioni nette, accompagnate da atti coerenti e scadenze definite su consumo di suolo, politiche energetiche, impiego dei fondi europei e regionali, e tutela delle produzioni piemontesi sui mercati.
“Il Piemonte ha bisogno di un’agricoltura forte per reggere le sfide che ha davanti - concludono Isnardi e Calderoni - E la Regione non può più limitarsi ad ascoltare: deve decidere. Perché senza agricoltori non c’è futuro né per l’economia piemontese né per i territori che la tengono in piedi ogni giorno”.