Gentile direttore,
ho letto con grande attenzione la lettera pubblicata la scorsa settimana sulla sua Testata, in cui un residente descriveva il quartiere di San Fedele come un luogo "ostaggio dei colombi" e in preda a una "situazione igienica insostenibile". Vivendo e operando anche politicamente in questa zona da anni, sento il dovere di intervenire per offrire una visione che ritengo più aderente alla realtà e meno allarmistica.
Confesso di essere rimasto sorpreso dai toni apocalittici usati nella segnalazione. Proprio ieri, incuriosito, ho effettuato un sopralluogo visivo sui tetti della zona, compresi quelli limitrofi al mio condominio, e non ho riscontrato né la distesa di carcasse descritta, né quella situazione di degrado assoluto che farebbe pensare a un'emergenza sanitaria fuori controllo.
È fondamentale fare una distinzione chiara: un conto è la situazione specifica di un singolo condominio, che può avere problematiche strutturali o di manutenzione particolari, un altro è estendere questo disagio all'intero quartiere. Parlare a nome di tutta San Fedele definendola "ostaggio" mi sembra ingeneroso e non veritiero.
Partecipo regolarmente alle riunioni di quartiere e le assicuro che le priorità sollevate dai cittadini sono ben altre. Discutiamo della scarsa illuminazione che compromette la sicurezza, della viabilità complessa legata alla vicinanza con la strada statale, della raccolta verticale dei rifiuti e delle buche nell'asfalto. In questi confronti, che sono il vero polso della situazione, non è mai emersa una psicosi collettiva legata ai volatili o alle blatte.
Riguardo ai costi citati dal lettore, che lamentava di aver "tolto il pane di bocca ai figli" per sostenere le spese di allontanamento dei volatili, credo serva misura. La pulizia delle grondaie e la manutenzione ordinaria sono oneri che toccano a tutti i proprietari di casa, cifre che, documenti alla mano, spesso si aggirano su poche centinaia di euro l'anno per nucleo familiare. Descriverle come una tragedia economica contribuisce solo a creare un clima di esasperazione ingiustificato.
I colombi ci sono, come in ogni zona della città, e nessuno nega che in alcuni punti possano creare fastidio. Ma dipingere San Fedele come un lazzaretto svaluta il quartiere e distoglie l'attenzione dalle battaglie reali che dobbiamo combattere per migliorare la vivibilità della zona. Invito dunque l'autore della lettera a partecipare agli incontri rionali per contribuire a risolvere i problemi concreti del quartiere, evitando sfoghi che rischiano di danneggiare l'immagine della nostra comunità senza portare a soluzioni reali.
Cordiali saluti,
Giorgio Spata