Via libera definitivo, lo scorso 23 dicembre, al decreto che proroga di un anno, a partire dal 31 dicembre 2025, le scadenze relative alla formazione obbligatoria per gli operatori del settore zootecnico. Una decisione accolta con soddisfazione da Confagricoltura, che vede recepite le istanze portate avanti a tutela delle imprese agricole.
Il risultato è frutto di un confronto costante con le istituzioni e con il Ministero della Salute, a cui la Confederazione rivolge un ringraziamento per l’attenzione dimostrata verso richieste avanzate da tempo. La proroga riguarda ambiti strategici come salute animale, identificazione e registrazione dei capi, biosicurezza e benessere animale, temi centrali per la sostenibilità e la competitività degli allevamenti.
Il provvedimento, però, non si limita a uno slittamento delle scadenze. Introduce infatti correttivi sostanziali che puntano a semplificare, chiarire e razionalizzare gli adempimenti, rendendo le norme più coerenti con la realtà operativa delle aziende zootecniche. Un passaggio ritenuto fondamentale per evitare appesantimenti burocratici e difficoltà applicative.
Un giudizio positivo arriva anche da Asti Agricoltura, che sottolinea l’importanza della proroga per le aziende zootecniche associate presenti sul territorio astigiano e non solo.
“Si tratta di un risultato importante che rivendichiamo con orgoglio – dichiarano il presidente e il direttore di Confagricoltura Asti, Gabriele Baldi e Mariagrazia Baravalle –. È un traguardo significativo che conferma il valore del nostro impegno. Confagricoltura ha lavorato con determinazione affinché il Ministero riconoscesse che, pur condividendo l’obiettivo di elevare gli standard di biosicurezza e benessere animale, fosse fondamentale garantire tempi e modalità applicative realmente sostenibili per le aziende”.
Secondo Baldi e Baravalle, le modifiche al decreto del 2023, fortemente sostenute dall’Organizzazione, permettono di eliminare procedure che avrebbero potuto penalizzare in modo significativo gli allevamenti, offrendo invece un quadro normativo più equilibrato e funzionale.