Ancora un suicidio tra le mura di un istituto di pena. L’OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) denuncia l’ennesima tragedia avvenuta nella serata di ieri, 29 dicembre 2025, all’interno della Casa di Reclusione di Asti. Intorno alle ore 19:00, un detenuto italiano di 38 anni, ristretto al piano terra – sezione B, si è tolto la vita all’interno della propria cella.
Immediato è stato l’intervento del personale di Polizia Penitenziaria, che ha attivato tutte le procedure di emergenza, ma ogni tentativo di soccorso si è rivelato inutile. L’episodio riaccende i riflettori sulle criticità strutturali del penitenziario astigiano.
L'allarme sul sottorganico e le condizioni disumane
L’Osapp sottolinea come la struttura soffra da tempo di una gravissima carenza di personale, in particolare nei ruoli di agenti e assistenti. Una situazione che, secondo il sindacato, rende sempre più complessa l’attività di prevenzione, controllo e tutela della vita umana.
"Siamo di fronte a un fallimento annunciato – dichiara Leo Beneduci, Segretario Generale dell’OSAPP – le carceri italiane sono ormai diventate vere e proprie polveriere, dove il disagio psichico dei detenuti esplode quotidianamente e il personale di Polizia Penitenziaria è lasciato solo, sottorganico e senza strumenti adeguati. Non si può continuare a contare i morti senza assumersi responsabilità politiche e amministrative".
La richiesta di interventi immediati
Beneduci dipinge un quadro drammatico: "Le strutture penitenziarie assomigliano sempre più a gironi danteschi, segnati da violenze, traffici illeciti e da una crescente influenza della criminalità organizzata. In questo contesto, pretendere che pochi agenti possano garantire sicurezza, legalità e prevenzione dei suicidi è semplicemente irrealistico".
L’OSAPP chiede quindi interventi immediati e concreti: assunzioni straordinarie, rafforzamento degli organici, potenziamento dei servizi di supporto psicologico e un reale cambio di rotta nella gestione del sistema. La Polizia Penitenziaria, conclude il sindacato, non può più essere lasciata sola ad affrontare un’emergenza che è ormai strutturale.