Politica - 27 novembre 2018, 16:00

“Non ho mai parlato di spezzatino, voglio la crescita di Asp”. Il sindaco di Asti Maurizio Rasero, risponde al consiglio comunale su Asp

Ieri sera dopo la relazione del consulente, professor Leonardo Falduto, parola ai consiglieri

Il consiglio comunale 26 novembre 2018

Il consiglio comunale 26 novembre 2018

In città si discute da tempo su come l’illuminazione (soprattutto in piazza Alfieri) sia davvero scarsa e di come la città stessa non sia troppo pulita. Non importa, forse ai cittadini, conoscere i dettagli tecnici di come funzioni esattamente l’Asp (Società costituita dal Comune di Asti al 55% e da Nos, Nord Ovest Servizi al 45%), ma fatti e “chiarezza”.

In realtà da due settimane (e prima con le dimissioni dei vertici) in Consiglio comunale se ne è parlato parecchio e animatamente. Lunedì 19 con la relazione del professor Leonardo Falduto (consulente del Comune) di cui vi abbiamo parlato la scorsa settimana e ieri sera dove sono andate in scena le considerazioni dei consiglieri comunali.

 Il sindaco Maurizio Rasero, è tornato a rimarcare che tutto sarà fatto con la massima trasparenza: “non ho mai parlato di spezzatino, anzi voglio la crescita aziendale, ci saranno delle novità, saranno organizzate serate informative e confronto tra i soci e i privati”.

 Le 90 pagine della relazione di Falduto sono state consegnate ma con la clausola della riservatezza, mossa non gradita ai consiglieri tanto che Federico Garrone (Noi per Asti) ha sollevato una pregiudiziale “Come posso fare domande? Su cosa?”.

 In apertura di Consiglio il presidente di Gaia Luigi Visconti ha voluto fare alcune precisazioni sulle affermazioni di Falduto, invitandolo a visitare Gaia (azienda che 115 Comuni della provincia di Asti hanno costituito per progettare, realizzare e gestire il ciclo di smaltimento dei rifiuti urbani)  per “vedere quanto sia diventata un gioiellino”.

A detta di Visconti nella relazione del professore, si rilevano criticità nella gara che ha portato all’individuazione del socio industriale di Gaia. Falduto scrive che nelle condizioni del bando era stata messa una quota riguardante lo smaltimento molto elevata che condiziona oggi quanto Asp deve pagare facendo ricadere la spesa sulle bollette dei cittadini.

 “Ritengo, spiega Visconti - che tale affermazione sia del tutto errata e frutto, probabilmente, di una analisi superficiale ed incompleta dei documenti e di quanto accaduto nel recente passato. Peraltro il Prof. Falduto non ha ritenuto né di approfondire né tantomeno di confrontarsi con la nostra Società per verificare la veridicità delle sue affermazioni. Solo dall’analisi di questa dichiarazione si rilevano almeno tre errori:

- le tariffe previste dalla gara erano quelle in vigore negli anni precedenti, frutto di una precisa politica tariffaria scelta dall’Autorità d’Ambito (CBRA) in funzione della tipologia di raccolta effettuata, sulle quali si è ottenuto un ribasso;

- la tariffa non viene assolutamente pagata da ASP, ma dai Comuni sulla base delle quantità di rifiuti conferite;

- infine il bando della gara a doppio oggetto è stato delineato dall’Autorità d’Ambito dei rifiuti (CBRA) per ciò che riguarda l’affidamento del servizio e dal Comune di Asti (come Comune delegato dagli altri 114 Comuni della Provincia)”.

 Se il documento di Falduto analizza la storia di Asp (riportata anche da alcuni consiglieri) e ne prospetta il futuro, il consiglio non sta a guardare.

 Nel 2019 scadrà l’attuale piano industriale e nel 2020 i patti parasociali. Falduto aveva ribadito il definitivo no a Teleriscaldamento e il recupero dell’illuminazione direttamente gestita da Asp.

Francesca Varca (Movimento civico Galvagno) ha ripercorso brevemente la storia di Asp soffermandosi sugli utili delle amministrazioni Florio e Galvagno “siamo responsabili del grande matrimonio di chi ci ha preceduto, sappiamo che le risorse saranno sempre meno e il personale ridotto anche nei settori progettuali. Asp deve essere il nostro braccio operativo”.

 “Falduto ha messo le mani nella marmellata  - spiega Massimo Cerruti, Movimento 5 stelle, è quanto diciamo noi da tre anni della vicenda del teleriscaldamento, dell’illuminazione pubblica e la città buia, i patti parasociali e gli affidamenti diretti senza gara, lo spreco di soldi e la cattiva manutenzione della città. E’ infatti nel 2015 che Asti ha corso un gravissimo rischio di subire qualcosa di molto simile ad un monopolio del settore energetico oltre a un danno economico ed ambientale se solo fosse andato in porto l’insostenibile progetto di teleriscaldamento nel cortile dell’ospedale.

Come è noto abbiamo combattuto fin dall’inizio dando vita ad un Comitato che è arrivato ad accogliere oltre 6000 cittadini. Sono stati presentati tre esposti, un’interrogazione parlamentare ed una in Consiglio Regionale sino ad arrivare ad un secondo dettagliatissimo esposto in Procura a novembre 2016 e la scoperta di un parere legale richiesto dall’Asl a spese dei cittadini e tenuto colpevolmente nascosto dai vertici in quanto contrario all’insediamento. Il resto è storia con la maggioranza di allora che fa mancare i numeri ed il sindaco Brignolo che risulta costretto a ritirare il progetto e ritirare se stesso dalla politica.

Ancora più rilevante – continua Cerruti - è ciò che riguarda la nuova illuminazione a led. Dietro al progetto di sostituzione degli oltre 8.000 punti luce vi era infatti un affare da milioni di euro. Anziché andare a vantaggio della città è stato sottoscritto nel 2016 dal Comune un contratto capestro, che ci vincolerà per i prossimi 25 anni, consentendo ad Asp di sub-affidare tutta la gestione ad AEC SpA, una società privata, una scatola vuota costituita ad hoc nel 2016 per fare utili alle spalle dei cittadini. Il M5S è pronto a collaborare ed a lavorare per il bene della città e di Asp cominciando con la redazione di un piano industriale serio a favore dei cittadini e della partecipata stessa”. 

 Beppe Passarino, Un sindaco per Amico: “sembra di essere in un film dove abbiamo visto solo il primo tempo, non si capisce né la trama né il regista, è il sistema di rapporti  tra la parte pubblica e il socio privato a creare confusione, i contratti di servizio sono scaduti nel 2016, vogliamo capire perché non sono stati rinnovati e quali siano le intenzioni dell’amministrazione sul Trasporto pubblico. Si spera si trovi una forma di trattativa perché i ricorsi non prendano vie legali. La scelta di uscire da alcune partecipate (Aec) ci pone interrogativi. Vogliamo conoscere il ruolo di questa giunta e del consulente”.

 Angela Quaglia, CambiAmo Asti, si è concentrata sull’isolamento della città. “un po’ come è successo con il Palio – spiega - che, anziché diventare momento “corale” di Asti e Provincia, ha di fatto creato una netta divisione tra la città e il suo territorio.

La relazione del consulente del Sindaco, prof. Falduto, ha avuto il solo risultato di mettere Asti contro tutti: contro i soci di ASP, contro i consulenti, i revisori, le passate Amministrazioni comunali, quasi che gli atti adottati in precedenza avessero fatto l’esatto contrario di quanto era giusto e legittimo fare.

Anche nei confronti di Gaia le osservazioni del consulente (puntualmente corrette dal Presidente Visconti) hanno dipinto un quadro preoccupante; come se non fossero state tenute nella giusta considerazione le esigenze astigiane, dimenticando la causa Daneco e la necessità di disporre di un ampliamento della discarica di Cerro per non doversi ritrovare in emergenza rifiuti.

Così come è stato dimenticato il problema dell’ammodernamento degli impianti che, con l’investimento messo in atto dal socio privato saranno invece all’avanguardia nel trattamento dei rifiuti. Vogliamo conoscere il futuro di Asp, vogliamo chiarezza e trasparenza nelle scelte su teleriscaldamento e illuminazione pubblica; occorre annullare la delibera che ha stabilito l’uscita di ASP da SIAM ( per la gestione delle acque) e occorre pensare ad un modello efficace e rispettoso dei ruoli. Occorre potenziare l’illuminazione di piazza Alfieri e delle altre zone cittadine “oscurate” dai led, sia per garantire più sicurezza e maggiore decoro urbano. E non conta gran che se la scelta risale alla vecchia amministrazione. Da 17 mesi è in carica la Giunta Rasero e deve prendersi le proprie responsabilità.

Monica Amasio, Lega Nord,  si è dichiarata molto confusa “Vengono messi, dice, in discussione molti procedimenti, tutto il procedimento che rende Asp ciò che è oggi. Manca chiarezza bisogna fare analisi molto importanti. Non è chiaro il futuro di ASP e di tutto quel che ad essa è connesso, dipendenti, servizi nonché tutto il mondo oggi legato alla municipalizzata. Sono state spese 90 pagine per evidenziare come sia tutto illegittimo ma la conclusione è diametralmente opposta”.

 Insoddisfatta anche la capogruppo Pd Angela Motta che esprime forte insoddisfazione per le mancate risposte del sindaco Rasero sul futuro dell'Azienda.

"Ancora una volta il primo cittadino ha parlato in modo vago di un piano industriale e di contratti di servizio che verranno, senza indicare quando: la mia richiesta era di convocare subito un Consiglio Comunale per parlare di strategie Asp presenti e future, visto che, a partire dalla relazione del consulente prof. Falduto, la maggioranza si è soprattutto concentrata sul passato, nel tentativo di trovare le responsabilità delle quattro Amministrazioni (sindaci Florio,Voglino, Galvagno e Brignolo) che hanno preceduto quella attuale. Pur tuttavia il consulente ha dovuto ammettere che l'Asp è un'azienda sana e che fornisce buoni servizi".

“Nella foga di fare lo scarica barile sull’aumento della tassa rifiuti - aggiunge Motta - il Comune adesso se la prende anche con GAIA, l’altra società partecipata dalla Città di Asti: se si incomincerà a litigare anche con questa, il panorama sarà completo e i danni per i cittadini assicurati”.

Secondo Angela Motta "in questo ultimo anno e mezzo il Comune ha solo prodotto carta sull'Asp: sostituito gli amministratori dimissionari che aveva nominato in Cda, gestito i contenziosi al Tar su teleriscaldamento e illuminazione pubblica, litigato con il socio privato Nos e ultimamente anche con Gaia. Ciò che si aspettavano gli astigiani (una città meno sporca e più illuminata anche nelle frazioni, tariffe meno care dei servizi) è rimasto lettera morta. L'Asp è un patrimonio per questa città, abbiamo il dovere di salvaguardarla".

"Quanto alle responsabilità politiche del passato - continua la capogruppo Pd - ho ricordato che la costituzione di una società di scopo per l'impianto di teleriscaldamento in vari siti, compreso l'ospedale Cardinal Massaia, era contemplata anche dalla delibera approvata, il 19 gennaio 2010, dalla Giunta Galvagno, favorevoli gli assessori Maurizio Rasero, Gianfranco Imerito, Pierfranco Verrua, che oggi amministrano la città, presente il segretario comunale Vincenzina Giaretti, attuale presidente Asp".

Adesso - afferma Motta- la società AEC, costituita per il teleriscaldamento e l’illuminazione pubblica, va subito chiusa e riassorbita in Asp: non vorremmo che la strada contorta di scorporare e riassorbire il solo ramo illuminazione, lasciando viva la società per un teleriscaldamento che non si sta facendo, comportasse costi aggiuntivi per Asp e Comune”.

 “I cittadini – conclude Motta .- si aspettano che il sindaco risolva i problemi, non che trovi giustificazioni”.

Betty Martinelli


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