Tra Quattrocento e Cinquecento, il pittore astigiano Gandolfino è sicuramente uno tra i grandi interpreti della migliore arte rinascimentale italiana e gloria ancor oggi per la Città. Ebbe bottega in Asti, attivo tra il 1493 e il 1518, fino a farsi chiamare, a buon diritto, Gandolfino d'Asti.
Era figlio del pittore Giovanni Roreto, appartenente ad una famiglia stabilmente radicata in città dall’inizio del XV secolo, e di Verdina Pelletta, membro di una delle più importanti, antiche e ricche famiglie del patriziato astigiano. La prima data certa nella sua produzione è quella del 1493, presente, insieme alla sua firma, sul polittico con l’Assunzione della Vergine, ora esposto a Torino in Galleria Sabauda, proveniente dalla chiesa di S. Francesco ad Alba. Sue opere sono presenti, oltre che ad Asti, anche a Milano, Torino, Genova, Alessandria, Casale, Savigliano ed una sua bella Natività di inizio ‘500 perfino all’Ermitage di San Pietroburgo.
Dopo un primo periodo in cui il suo stile guardava alla Liguria ed alla scuola provenzale, Gandolfino, verso inizio Cinquecento, avvicinò i suoi linguaggi pittorici alle produzioni di area lombarda, come nella splendida pala Madonna in trono con Santi, detta anche Madonna della colomba, presente nella Chiesa di S. Maria Nuova ad Asti, caratterizzata dalla grande ricchezza dei motivi decorativi, specialmente nelle architetture. Mirabile dipinto dove i Santi guardano lo spettatore, mentre il Bambino, si distrae giocando con una colomba
Al 1501 risale una delle opere più importanti dell’artista, l’imperdibile polittico con la realizzato per l’altare della famiglia Pelletta in Cattedrale, dove è ancora situato, pur ricomposto all’interno di un altare ligneo barocco.
Alla sua stagione più matura appartengono opere realizzate per importanti committenti astigiani, a testimonianza di una fama consolidata e di un ruolo di primo piano assunto nella sua città di origine. Un esempio è costituito dal polittico, custodito nella Collegiata di San Secondo, con al centro l’Adorazione dei magi ed ai lati i ritratti dei due mercanti committenti, della famiglia Cacherano, sovrastati da due grandi arcangeli.
Di notevole qualità appare, poi, la pala con la posta in Cattedrale. Di quest’opera si conoscono la data, 1515, ed il committente, Oberto Solaro, personaggio che aveva anche svolto importanti funzioni presso la corte di Francia, ritratto di profilo, inginocchiato e paludato in un mantello di lucido nero.
La notorietà e l’apprezzamento, anche nel suo tempo ed in particolar modo ad Asti, sono testimoniate dal gran numero di sue opere presenti in città: in Cattedrale, oltre al polittico Pelletta e la Madonna del banchiere, il Compianto Sul Cristo morto e lo Sposalizio della Vergine; in Santa Maria Nuova una interessante Adorazione del Bambino.
Speriamo che, nel caso non abbiate avuto ancora occasione di conoscere questo nostro grande autore e di ammirarne le splendide opere, questo articolo vi offra lo spunto per farlo.
Le sue creazioni sono esempi eccezionale della ricchezza del patrimonio artistico e culturale di Asti, a riprova della considerazione che viviamo in un posto bellissimo.







