Politica - 23 gennaio 2019, 17:58

Nicola Zingaretti: Il PD sia un'alternativa all'onda populista e contribuisca a costruire un'altra Europa (VIDEO)

Buona partecipazione all'evento astigiano del governatore del Lazio che, se eletto segretario, punta a guidare "un partito con un leader, non un partito del leader"

Il presidente Zingaretti mentre risponde alle domande dei giornalisti

Un partito d’opposizione che rappresenti nel contempo una valida alternativa all’attuale maggioranza. Un insieme di persone che la smettano di litigare e finalmente si aprano al confronto, franco e se necessario aspro. Una realtà credibile che guardi all’Europa come una risorsa imprescindibile, che certo necessita di correzioni ma non di venir mandata al macero.

E’, in estrema sintesi, la visione del futuro Partito Democratico che Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio e candidato alla segreteria nazionale del partito, ha proposto ai molti cittadini, militanti PD e non, che si sono dati appuntamento per ascoltare il suo intervento presso il Centro Culturale San Secondo, nell’ambito del ciclo di incontri associati alla sua mozione ‘Piazza Grande’

Prima di Zingaretti – che ha parlato ‘a braccio’ per circa tre quarti d’ora – è intervenuti il neo segretario regionale Paolo Furia, sottolineando che: “Abbiamo di fronte una partita molto complessa. Io dedicherò il mio impegno a questo. Il congresso è un momento centrale per il rilancio e il PD deve determinare il traino. Il congresso deve saper parlare fuori e rilanciare l'impegno comune”.

“Forse – ha continuato Furia - a volte siamo stati percepiti distanti. La delusione degli elettori nei confronti degli altri non ci porterà voti. Dobbiamo dare i compiti a casa”. Il neo segretario ha chiesto a Zingaretti di aiutare il PD ad essere uno strumento utile contro ‘l'onda nera’ che, ha affermato, rischia di farci tornare all'800. “Deve arrivare – ha concluso – un messaggio di unità e forza per essere il partito che ce la può fare”.

Dopo di lui sono intervenute due donne, quali ‘simbolo’ del Paese: Franca Penna dell'Auser, associazione che favorisce l'invecchiamento attivo e ad Asti conta 600 soci, ha affermato che "dove vive meglio un anziano vivono meglio tutti”. Mentre Elena Accossato, giovane segretaria del Circolo di Villanova d’Asti, rappresentando i dubbi dei giovani, ha spiegato che c'è bisogno di far tornare i giovani ad amare la politica: “dateci la possibilità di riprendere in mano la costruzione del PD. Serve più formazione".

Quindi la parola è passata all’ospite più atteso, che ha aperto il suo intervento ponendosi e ponendo una domanda: “Abbiamo ancora un ruolo? Questa la domanda fondamentale cui dobbiamo dare risposta. Non dobbiamo aver paura di dire le cose come stanno. Ho lavorato per un clima unitario per dirci le cose con franchezza, senza arrivare a una rottura. Abbiamo litigato troppo e ci siamo confrontati troppo poco. Sì abbiamo un ruolo e lo percepiamo nel malessere che ci travolte aprendo i giornali la mattina”

“Dobbiamo rompere la forbice che rischia di stritolare l’Italia – ha proseguito – da una parte il gran consenso ottenuto da questo governo dai cittadini. Non dobbiamo essere banali nel non cogliere le aspettative dei grandi ceti popolari. Ma non ce la faranno mai a realizzare le promesse fatte, non c’è classe dirigente in grado di garantire uno sviluppo credibile. Stiamo vivendo in una contraddizione storica e dobbiamo capire che ruolo abbiamo. Il governo si trova di fronte grandi aspettative e la palese incapacità di realizzarle. Già in queste ore sta accadendo qualcosa di drammatico. Ma malgrado ciò hanno costruito una legge di Bilancio che non affronta questi problemi, tutta incentrata com’è nella volontà di assecondare le aspettative del loro elettorato”.

Passando a trattare il tema, attualissimo, del reddito di cittadinanza Zingaretti ha sostenuto: “E’ giusto investire contro la povertà, come ha fatto il PD con reddito di inclusione. Ma il reddito di cittadinanza così com’è costruito ha senso solo accanto a politiche di sviluppo, che creano lavoro vero. Investimenti su grandi opere e strutture. Senza politiche di sviluppo è soltanto un reddito di sudditanza”.

“Quando le due lame della forbice di cui parlavo prima si chiuderanno, se non ci sarà pronta alternativa, avremo la terza fase del populismo (la prima è stata la ricerca del consenso, la seconda l’attuale governo): la spallata contro le istituzioni democratiche e individuazione di capri espiatori per tutto ciò che non va. Hanno già cominciato e lo fanno perché proiettati verso l’orizzonte che è quello di dire ‘L’Italia si rimette in piedi se ridiscute le istituzioni democratiche’".

"Non dobbiamo aver paura ma capire l’urgenza e la funzione storica di ricostruzione di un’alternativa credibile. Ecco perché dobbiamo cambiare. Perché se continuiamo a far finta di niente, aspettando che loro sbaglino, non rappresenteremo mai un’alternativa”.

“Facciamo autocritica, domandiamoci: se sono così pericolosi, perché gli italiani hanno scelto loro anziché noi alle elezioni? Non dobbiamo aver paura di farci queste domande. Non voglio processi per nessuno, fine alla fine della campagna per le Primarie non dirò mai nulla contro i miei avversari, ma ciò non vuol dire che non si debba discutere su quel che non ha funzionato. Non abbiamo visto o voluto vedere che, insieme alla crescita del PIL abbiamo avuto il decennio in cui sono cresciute di più le disuguaglianze sociali. Che nel 70% sono rappresentate da ascensori che mancano, autobus tagliati, posti asili nido in calo, 10 miliari di euro tagliati agli enti locali”.

“Le persone si sentono sole. La solitudine diventa rabbia contro chi doveva accorgersi della condizione sociale. L’antipolitica li coglie e li rappresenta, per rimettere in discussione gli stessi fondamenti della democrazia. Noi dobbiamo tornare ad essere i più bravi a far crescere l’Italia e non si vergognano a ridistribuire ricchezza all’insegna dell’uguaglianza e della giustizia. Ormai la ricchezza si produce in maniera diversa, su società che fatturano in altri continenti, mentre chiudono i negozi nei centri storici. Noi non vogliamo opporci alla modernità, ma essere presenti quando la si determina”.

“Serve un pensiero democratico che non teme l’innovazione, ma la guidi per metterla al servizio delle persone per un’economia giusta. Perché altrimenti, quando andremo dal 40enne-45enne disoccupato che riceve il reddito di cittadinanza, possiamo spiegargli tutte le nostre idee ma lui ci replicherà con uno suo problema risolto”.

Poi, sul tema più volte toccato dell’autocritica, ha affermato che “Per troppi anni siamo stati subalterni a un’idea, non nostra, della democrazia dei leader. Quella non è l’idea della Costituzione repubblicana, ma un ritorno al Medioevo, poi all’autoritarismo, al peronismo. Non vogliamo avere il partito del leader, ma un partito con un leader, che è una cosa diversa. Un leader che valorizzi e protegga le persone, le faccia crescere".

Infine, parlando d’Europa che “Ha salvato i ragazzi italiani dal ritrovarsi sulle spalle un debito ancora più grande. Dobbiamo impostare la battaglia per le Europee chiarendo che noi l’Europa la vogliamo cambiare. Loro la vogliono picconare, distruggere, nascondono che i nazionalismi non hanno futuro. E’ tempo dell’Europa della crescita, dello sviluppo, del futuro comune. Dobbiamo chiarire che da soli siamo morti. Il progetto salviniano porta a ledere la sovranità italiana. Dobbiamo costruire un’altra Europa, più democratica, come non ebbe paura Spinelli a scrivere il manifesto di Ventotene sotto il fascismo”.

Ma per fare tutto questo, ha chiosato: “Dobbiamo fare in modo che alle Primarie del 3 marzo ci siano le file davanti ai gazebo. Sono ossessionato dalla necessità di parlare a tutti i nostri ex elettori che hanno votato 5 stelle, per riconquistarli. Dobbiamo ributtarci nella mischia e riscoprire l’alta funzione di questo Paese”.

Zingaretti fotografato nel corso del suo intervento

Foto di gruppo con i componenti di 'Piazza Grande Asti'

Gabriele Massaro e Betty Martinelli


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