Con oltre 46.000 biglietti staccati (tra cui 16.009 interi, 7.840 ridotti, 5.196 ridotti per le scuole, 11.025 biglietti per Abbonamento Musei), ovvero un risultato che va ben oltre il break event (ovvero il pareggio tra entrate e uscite) inizialmente ipotizzato, la mostra “Chagall – Colori e magia” chiusasi la scorsa domenica può senz’ombra di dubbio venir considerata un grande successo.
Ai biglietti indicati vanno peraltro sommati anche i 1.880 tagliandi smarticket e i 5.847 biglietti combinati (smarticket + mostra), che portano il totale del visitatori, nei 113 giorni di apertura della mostra, primo grande evento curato da Asti Musei (neonata fondazione diretta da Filippo Ghisi), a un totale di 54.635 biglietti complessivi. Con picchi di 1.500 visitatori in contemporanea a Palazzo Mazzetti, “fiore all’occhiello” del sistema museale astigiano che ha ospitato l’importante esposizione che ha richiamato visitatori non solo da tutta la regione, ma anche dall’estero (il 10% del totale, mentre gli astigiani sono il 20%, il 40% è giunto ad Asti da altre province della regione e il rimanente 30% da altre regioni italiane)
“Sono numeri straordinari – ha argomentato Mario Sacco, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e della Fondazione Asti Musei – che attestano un successo che ha messo a dura prova la resistenza di quanti lavorano nella struttura. Siamo felici di poter esser qui a festeggiare questo successo, tale anche dal punto di vista economico. La mostra è costata 450.000 euro + IVA, che salgono a 590.000 + IVA considerando anche gli investimenti collaterali, come ad esempio sulla comunicazione”.
“Cifra interamente coperta – ha spiegato ancora il presidente – grazie ai 3660.000 euro frutto di bigliettazione, 40.000 euro di merchandising, 15.000 derivanti dalle visite guidate e 18.000 dagli smarticket. Cui si aggiungono gli importanti contributi della Regione Piemonte e quanto derivato dagli abbonamenti musei”. “Questo risultato – ha chiosato il presidente Sacco – è la dimostrazione che non si deve aver paura di fare grandi investimenti per ospitare realtà di respiro internazionale”.
“Sono molto felice di questo risultato – gli ha fatto eco Antonella Parigi, assessore regionale alla Cultura – che supera ampiamente le nostre aspettative iniziali e ci conferma che è sensato investire per il posizionamento culturale della città di Asti. Mediamente i visitatori si fermano in Piemonte 2,5 giorni, comprendendo anche quanti vengono in settimana bianca, per cui necessitiamo non tanto di crescere in arrivi quanto in durata della presenza. In quest’ottica, una città magnifica come Asti può diventare davvero un importante punto di richiamo. Bisogna essere ambiziosi e visionari e io arrivo a dire che vorrei Asti diventasse il punto di riferimento europeo per quanto riguarda il rapporto arte-cibo”.
Un obiettivo comune, la crescita turistica della città, che ha portato le due Amministrazioni, regionale e comunale, a lavorare in perfetta sinergia nonostante provenienze politiche molto differenti: “L’assessore Parigi – ha rivelato nel suo intervento il sindaco di Asti Maurizio Rasero – è una delle prime persone che ho contattato da sindaco. Ho trovato in lei una collaboratrice importante in questo percorso comune. Nonostante provenienza politica diverse si va oltre, si vola alto e si lavora insieme”. “Abbiamo sognato in grande – ha aggiunto il primo cittadino – e dimostrato che questo territorio non ha nulla da invidiare ad altre zone più blasonate. Abbiamo individuato una strada e formato la squadra giusta con cui percorrerla”.
Lavorando, pertanto, non solo in prospettiva della prossima mostra di respiro internazionale, per il momento ‘top secret’, che verrà ospitata da Palazzo Mazzetti nel prossimo autunno, ma guardando fin da subito al prossimo importante evento, di tutt’altra natura, che troverà spazio negli spazi museali di Palazzo Mazzetti grazie alla decisione assunta da Claudio Giovannone, patron per l’Europa dell’Istituto Ayrton Senna che cura gli eventi correlati al nome dell’indimenticato campione di Formula 1.
Ci riferiamo alla mostra “Ayrton Senna 25”, che sarà visitabile ad ingresso gratuito dal 29 marzo al 14 aprile prossimi, con possibilità di prorogarla di una settimana in caso di (probabilissimo) successo di pubblico. In quelle giornate i tantissimi estimatori del campione brasiliano potranno ammirare da vicino cimeli davvero straordinari, comprese ben sette autovetture da lui guidate (3 in Formula Uno e il suo primo go kart), i suoi caschi, tute e perfino indumenti più personali quali magliette e un paio di pantofole con su scritto l’ironico invito “Riposati, scemo”. Un concetto, quello del riposo, avulso al modo di pensare dell’instancabile campione brasiliano, scomparso il primo maggio 1994 in seguito ad un tragico incidente di gara sul circuito di Imola.
“Avremmo potuto portare questa mostra davvero ovunque – ha affermato Giovannone – ma Asti è la mia città e la amo profondamente. Per cui ho ritenuto giusto organizzare proprio qui questo importante eventi in occasione del venticinquennale della sua prematura scomparsa”. “Ayrton – ha aggiunto Giovannone – era un uomo dal cuore grande. Io non sono innamorato della sua figura di pilota, ma dell’uomo, dei suoi sentimenti, della sua bontà che lo hanno portato a fondare, nel 1993, una Fondazione per supportare i bimbi poveri del suo Paese. Posso rivelare che il suo sogno era di diventare talmente famoso da poter diventare un giorno, finita la carriera di pilota, presidente del suo Brasile”.
Un obiettivo, il supporto ai più bisognosi, portato avanti con tenacia dai famigliari del campionissimo tramite la Fondazione, che reinveste in progetti sociali tutti gli introiti generati dalla commercializzazione di prodotti, quasi tutti di alta gamma e realizzati da importanti multinazionali del lusso, correlati al nome Senna. Peraltro ancora fortemente correlato al mondo delle corse per tramite di Bruno Senna, nipote del compianto pluricampione del mondo, che se non avrà impegni di lavoro potrebbe essere ospite della presentazione della mostra, fissata per il 21 marzo.
“Ho chiesto che la mostra sia ha ingresso gratuito – ha concluso Giovannone – perché peso che tutti dovrebbero aver la possibilità di vedere ciò che gli interessa. Sono convinto che Ayrton avrebbe applaudito se fosse stato qui con noi. Anzi, lui c’è.”