E’ un accorato appello quello con cui l’Associazione Comuni del Moscato ha salutato l’annuncio, venerdì scorso nella sede del Consorzio, dei nuovi fondi in arrivo dall’Unione Europea per la promozione di una serie di prodotti tipici italiani, tra i quali l’Asti Spumante Docg e il Moscato d’Asti Dogc.
La misura, illustrata dall’europarlamentare albese Alberto Cirio di fronte ai vertici del Consorzio dell’Asti e alle massime autorità del territorio, prevede l’erogazione di 6.6 milioni di euro a sostegno di un progetto che vede come ente capofila lo stesso ente di tutela delle bollicine astigiane.
Fondi ai quali il mercato dell’aromatico guarda con particolare interesse come a una concreta possibilità – grazie alle importanti azioni di promozione che renderà possibili sui mercati di diversi Paesi europei e degli Usa – di lasciarsi alle spalle le sofferenze che ne hanno penalizzato l’andamento commerciale negli ultimi anni, minato da fattori quali le limitazioni all’export verso la Russia e, più in generale, il favore del mercato verso altre tipologie di bollicine, Prosecco in testa.
In questo senso l’intervento tenuto nel corso della presentazione dal sindaco di Santo Stefano Belbo Luigi Genesio Icardi, nella sua veste di presidente del sodalizio che rappresenta i 52 Comuni ricompresi dal disciplinare nel territorio di produzione delle tre Docg.
"Quella dei fondi assegnati alla promozione di queste nostre eccellenze è ovviamente una bellissima notizia, per cui ringrazio l’europarlamentare Alberto Cirio per l’importante lavoro svolto in questa direzione – ha esordito Icardi –. Al contempo, sempre a nome dell’associazione che rappresento, devo qui esprimere l’auspicio che il Consorzio sappia gestire questa fondamentale opportunità nella maniera migliore, con una promozione incisiva e capace di incidere in modo decisivo sulle vendite dei nostri prodotti".
"Noi tutti abbiamo una responsabilità non solo finanziaria e commerciale, ma anche etica nei confronti di questo territorio – ha proseguito il primo cittadino santostefanese –. Come sappiamo il Moscato sconta un periodo di stagnazione, negli ultimi anni la redditività delle aziende agricole si è ridotta e abbiamo anche perso 50 ettari di 'vigneti eroici'. Ma se l’Unesco ha riconosciuto queste colline come patrimonio dell’umanità è proprio in ragione del duro lavoro che i nostri contadini vi hanno compiuto e tuttora vi compiono col frutto della loro fatica e col sudore della loro fronte. Oggi abbiamo la fortuna di disporre di un patrimonio che abbiamo però il dovere di tutelare e promuovere al meglio, anche con queste forme di incentivazione".