"Non ci basta la solidarietà del Comune di Torino, vogliamo un gesto concreto, cioè che si faccia intermediario con il Mise per accelerare i tempi per tornare in amministrazione straordinaria". È questo il messaggio che hanno voluto lanciare all'amministrazione Appendino i lavoratori del Mercatone Uno di Beinasco, Mappano e Villafranca d'Asti, che ieri a partire dalle 11 si sono ritrovati in presidio davanti a Palazzo Civico.
Anche i dipendenti delle sedi torinesi, per un totale di 250 in Piemonte su 8 punti vendita, sono stati coinvolti nel fallimento della Shernon Holding srl, che lo scorso anno aveva acquisito i punti vendita a marchio Mercatone Uno.
"Il 10 aprile - spiega Daniela Rizzo, Rsu Uiltucs - Shernon ha chiesto il concordato preventivo al Tribunale di Milano". "Da quella data - continua - è tutto congelato, solo che questo non funziona anche per i mutui e le bollette: ad aprile abbiamo preso lo stipendio dal 10 al 30 e a maggio sono fino al 23, ma al momento non è stato erogato".
Una delegazione di lavoratori è poi salita in Comune, dove ha incontrato esponenti della maggioranza, minoranza e della Giunta.
Preoccupazione è stata espressa dal segretario regionale del Pd Paolo Furia e dal responsabile lavoro del Pd piemontese Enzo Lavolta "per il destino delle lavoratrici e dei lavoratori del delle loro famiglie, nonché per i fornitori e tutti coloro che a vario titolo sono danneggiati da questa pasticciata gestione".
"Chiediamo infine che sia garantita la cassa integrazione straordinaria a tutti i dipendenti, auspicando che tutte le forze politiche facciano sentire il proprio con l’obiettivo di attivare e rendere disponibili nell’immediato le misure di ammortizzatori sociali necessari, nonché di giungere ad elaborare un vero piano di reindustrailizzazione, a partire dalla restituzione del ramo d’azienda dalla Shernon alla Mercatone Uno" concludono.