La sensazione di avere i vinili tra le mani e di vedere con chiarezza le copertine dei dischi tanto amati e tanto usurati. Sentire persino l’odore e il rumore della puntina messa (spesso con sadismo adolescenziale) sulla stessa traccia migliaia di volte.
Un’emozione continua e la sensazione di essere un privilegiato. Avere infatti a pochi metri Mogol, il poeta della musica italiana ("non chiamateci parolieri") e vederlo cantare, accompagnando la band, le sue canzoni, quelle che hanno segnato la vita di tanti è stato in effetti un privilegio.
Una serata partita da lontano,“Mogol, L’Unesco e il Monferrato" che ha visto alle 17.30 alla Biblioteca Astense il convegno "l'Unesco per noi del Monferrato", dove si è parlato, nel quinto compleanno Unesco, della volontà di un gruppo di sindaci del territorio di unirsi per valorizzare un’ampia e bellissima zona, con la collaborazione di Monferrato on stage diretto da Cristiano Massaia.
Sul palco infatti, poco prima del grande evento, condotto dal giornalista Beppe Rovera, sono saliti a testimoniare la voglia di “fare rete” i sindaci di Fontanile, Castagnole Monferrato, Cocconato, Aramengo, Cantarana, Piea Roatto, Capriglio, Ferrere, Tonco, Grazzano Badoglio, Chiusano, Valfenera, Asti, con l'assessore all'Unesco Loretta Bologna.
NON SOLO LUCIO
523 milioni di dischi venduti in tutto il mondo e ancora una gran voglia di raccontare e raccontarsi ed è così che si scopre che i famosi “capelli verde rame” di Eppur mi sono scordato di te, sui quali ci siamo interrogati per anni, fantasticando quale metafora nascondesse, sono stati un fantastico errore di un poeta concentrato sulle vigne di Silvano d’Orba “In realtà – scherza l’autore – doveva essere ovviamente rosso rame ma mi sono distratto e reso conto dell’errore diverso tempo dopo”.
“Mi piace condividere – racconta parlando dello storico sodalizio con Lucio Battisti – e mi piace quando la gente canta insieme a chi è sul palco”.
Il pubblico non si è lasciato sfuggire l’invito e non sono mancate canzoni a squarciagola e mani al cielo. “Un’intesa magica, quella con Lucio, una fusione” e ci sembra che Lucio sia proprio lì a sorridere agli aneddoti raccontati che hanno visto il mitico duo in giro per il mondo in avventure che andavano aldilà del sodalizio artistico.
Non solo Lucio però. Mogol (che ha ottenuto anche per la sua famiglia di poter utilizzare il nome nato per caso, anche sui documenti) ha firmato canzoni per tanti artisti Dik Dik, Caterina Caselli, Tony Renis, Gianni Bella , Riccardo Cocciante, Patty Pravo e persino una traduzione di Space Oddity di David Bowie reinterpretata dal Duca bianco.
Si scopre che alcuni pezzi memorabili come Prendila così, Nessun dolore o Sì viaggiare, sono storie della sua vita sentimentale, ma non spiega troppo il Maestro, preferisce che il pubblico ascolti mentre lui canta con il gruppo le sue canzoni. Memorabile.
IL CET
La sua scuola di musica, il Cet-Centro Europeo Tuscolano, nata per valorizzare professionisti della musica, nel 1992 ha visto 2800 allievi diplomati. “I talent? Il talento è latente ma va coltivato. In quegli spettacoli certi docenti da noi non potrebbero nemmeno fare gli allievi. E l’ambiente – chiosa - è più fondamentale del Dna. Si deve assorbire dai grandi della musica. Battisti era uno che studiava tantissimo”.
AMORE E RICORDI
E poi racconta del clamoroso due di picche ricevuto in Inghilterra, quando 18enne fece una vacanza studio. La ragazza era ebrea e il fatto che lui non lo fosse creò un limite invalicabile “Io volevo cercare un compromesso”, ride.
Il tutto mentre scorre la storia della musica e tutti cantano, ricordano, si commuovono. I baristi servono i clienti cantando Con il nastro rosa, Il nostro caro angelo, Pensieri e Parole, I giardini di marzo”
“I fiori non appassivano - spiega contestualizzando il periodo - perché il vestito era sempre quello”.
La band, guidata da Ettore Diliberto delle Custodie Cautelari ha visto in “formazione allargata”: Leonardo Cavalca (batteria), Simone Tosto (basso), Salvatore Bazzarelli (tastiere), Samuele Perduca (chitarra, soli 17 anni). Alle voci, anche Francesca De Bonis, Andrea Belfiori e Laura Bonomi.
La Canzone del sole è il tripudio della festa, persino Filippo Mobrici, presidente del Consorzio della Barbera, si scatena sul palco microfono in mano. Mogol è andato via da poco ma la magia continua con La compagnia.
E su Asti inizia a cadere la pioggia che rafforza le suggestioni che hanno dato il via ad Asti Musica. E stasera tocca agli America!