Eventi - 05 luglio 2019, 19:17

I 60 anni della Cantina di Vinchio- Vaglio Serra. I 19 viticoltori di 60 anni fa oggi sono 190

Oggi la conferenza stampa di presentazione dell'evento del prossimo week end

Ernestino Laiolo, direttore cantina, Renzo Giordano, presidente, Cristiano Fornaro, vicepresidente

Ernestino Laiolo, direttore cantina, Renzo Giordano, presidente, Cristiano Fornaro, vicepresidente

Sarà indubbiamente un appuntamento speciale quello del weekend di sabato 13 e domenica 14 luglio, perché i 60 anni di vita della Cantina di Vinchio - Vaglio Serra, avranno un epilogo di gusto, cultura e territorio dedicato a tutti gli amanti della Barbera e dei grandi vini piemontesi. 

LA STORIA

I 19 viticoltori di Vinchio e Vaglio Serra che nel febbraio del 1959 decisero di fondare, dopo una non facile trattativa riguardante il luogo di edificazione dell’impianto, videro lungo, scegliendo regione San Pancrazio, esattamente a metà strada tra i due Comuni, la Cantina Cooperativa individuando nella sua nascita l’opportunità di accrescere l’allora bassissima remunerazione dell’uva regina della zona, la Barbera.

Un futuro per le aziende e al territorio.Sessant’anni dopo, infatti la loro “creatura” è diventata uno degli insostituibili punti di riferimento del mondo del vino di qualità piemontese avendo nel vitigno barbera la propria anima “eterna”, ma allargando al contempo la propria missione produttiva alle più importanti tipologie viticole ed enologiche del Piemonte e, in tempi recenti, anche ad alcuni vitigni internazionali di grande fama e ineccepibili caratteristiche qualitative come Chardonnay e Pinot nero.

Il cammino della Cantina cooperativa, è stato, lento ma allo stesso tempo sicuro, senza eccessivi entusiasmi nei momenti che sembravano indurre il comparto a facili euforie, ma anche senza demoralizzazione nei momenti, e non sono mancati, di difficoltà dei mercati e dei consumi. Insomma una crescita “a misura d’uomo” ma anche “a misura d’ambiente” che sessant’anni dopo la nascita, vede il numero dei soci “solo” decuplicato rispetto alle origini (oggi sono poco meno di 190 per 420 ettari di vigneto in coltura specializzata), segno di un’inequivocabile opera di selezione orientata al mantenimento degli standard qualitativi della Cantina, di terreni, vitigni e, perché no, viticoltori.

Le prime uve vinificate arrivarono dalle zone, particolarmente vocate, di Vinchio, Vaglio Serra e Noche di Vinchio ed i risultati furono incoraggianti, tanto da far richiedere ai soci, in anticipo rispetto a quanto sarebbe avvenuto in molte altre realtà produttive piemontesi, il conferimento totale delle uve e di conseguenza, ad aumentare la capienza della struttura da 20 a 27mila ettolitri.

Il lento cammino verso la qualità proseguì negli anni ’70 con la riforma del dividendo (premi in crescita scalare per le uve di grado zuccherino superiore alla media) e subirà una scelta determinante a metà degli anni ’80 quando, nell’ambito di un’azione volta a dare vita al “rinascimento” della Barbera dopo la tempesta del metanolo, si distingueranno i vigneti a seconda della qualità delle loro uve, selezionando il prodotto già in fase vendemmiale e identificandone le diverse “propensioni” in etichetta.

E’ proprio di questi anni l’arrivo sul mercato della Barbera d’Asti superiore “Vigne vecchie”, frutto della geniale intuizione, per l’epoca rivoluzionaria e fortunatamente tradotta in felice realtà, dell’enologo e del direttore di quegli anni, Giuliano Noè e Giancarlo Cellino.

Una barbera proveniente da selezionatissime uve raccolte esclusivamente in cassetta e affinata successivamente in piccole botti di legno che decretò l’accettazione, cosa assai rara all’epoca, di un vino prodotto da una Cantina sociale nella lista delle etichette più prestigiose dell’enologia nazionale.

La sfida ai nuovi orizzonti del “buon bere” nazionale e non solo - la Cantina aveva intanto incrementato la propria capacità di stoccaggio a 35mila ettolitri - continuò qualche anno dopo con la vinificazione di una “selezione assoluta” di Barbera d’Asti, non per nulla etichettata con il nome di “Sei vigne Insynthesis”, e che rese definitiva la considerazione che i vigneti più vecchi erano un patrimonio da preservare così come, peraltro, tutto il territorio di competenza della Cantina, in procinto di diventare (la candidatura è stata definitivamente approvata nel 2014) Patrimonio mondiale dell’Umanità Unesco.

Malgrado i cambiamenti, climatici, di gusto, di commercializzazione e perché no tecnologici, avvenuti negli ultimi vent’anni, la Cantina non ha perso oggi la sua vocazione originaria che consiste nel garantire il benessere e la giusta remunerazione del viticoltore e allo stesso tempo la salvaguardia del territorio, elemento determinante per poter produrre alta qualità anche nei prossimi anni. La sfida del terzo millennio è dunque per la Viticoltori Associati di Vinchio e Vaglio Serra quella di proporre ai consumatori ed ai visitatori dell’accogliente Punto vendita, la storica selezione dei propri vini ed una struttura aziendale al passo con i tempi (moderna linea di vinificazione, linea di imbottigliamento dell’ultima generazione, barricaia per l’affinamento dei vini di maggior pregio), ma soprattutto la conoscenza “sostenibile” delle colline Unesco della Barbera.

I TERRITORI

Un’area che, per quanto riguarda la Cantina, si riferisce non soltanto ai Comuni che le danno il nome, ma anche a quelli, limitrofi, di Incisa Scapaccino, Cortiglione, Nizza Monferrato, Castelnuovo Belbo, Castelnuovo Calcea e Mombercelli.

Una sfida che, secondo le abitudini operative dei vertici della Cooperativa (il Presidente Renzo Giordano, il Direttore Ernestino Laiolo, l’Enologo Beppe Rattazzo), si è rapidamente trasformata in virtuoso esempio, prima con l’organizzazione di visite ai vigneti ed incontri con i vignaioli e, proprio in occasione del sessantennio, con l’apertura del Sentiero dei Nidi di Vinchio e Vaglio Serra che si snoda sulle pendici della collina alle spalle della Cantina e risale fino alle porte della Riserva Naturale della Val Sarmassa.

Agevolmente percorribile a piedi, il Sentiero presenta lungo il percorso alcuni punti sosta – i Nidi per l’appunto – con area pic nic da cui si gode un’affascinante vista sui vigneti de zona e sulle alture dove sorgono i centri abitati di Vinchio e Vaglio Serra. Il sentiero si chiude sulla sommità della collina, al Nido del Presidente, con magnifico panorama ed una solo apparentemente stravagante sorpresa che richiama alla composizione sabbiosa dei terreni che in un tempo assai lontano erano “solo” ondulati fondi marini. E’ l’Alto Monferrato, caratterizzato da terreni poco fertili, sistemati su pendii molto ripidi che, se da un lato rendono la loro lavorazione particolarmente ardua, offrono dall’altro il vantaggio di esposizioni ottimali. Viticoltura faticosa, quindi, che presenta però i vantaggi di basse rese ed elevate gradazioni zuccherine, condizioni indispensabili per avere l‘uva madre di grandi vini.

L'EVENTO

Il sabato sarà dedicato alla Barbera d’Asti Docg Superiore Sei Vigne Insynthesis, di cui si potranno degustare le prime 6 annate prodotte. Partendo dall’annata 2001, gli ospiti compiranno un viaggio nel tempo, che consentirà loro di degustare la grande longevità di questo vino.

Nell’arco dei due giorni sarà inoltre possibile visitare la cantina e le colline che la circondano, assaporando non solo l’ampia gamma dei vini prodotti ma anche delle specialità culinarie realizzate per l’occasione.
La Cantina vissuta come simbolo di un intero territorio. Fin dal 1959 infatti, il suo scopo è stato quello di organizzare la produzione vitivinicola locale, garantendo così un futuro alle tante piccole aziende associate e, conseguentemente, al loro territorio.

Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito della Cantina di Vinchio-Vaglio Serra cliccando QUI   La Cantina si trova in Regione San Pancrazio, 114040  Vinchio (AT) Piemonte, telefono 0141 950903 - 349 8773435- 348 6496061

Redazione

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