- 05 settembre 2019, 11:38

Alle Sagre vi toccherà scegliere: viaggio nei dintorni di Asti

Con questo articolo, iniziamo un breve viaggio enogastronomico tra le molteplici proposte dell'attesissimo Festival delle Sagre Astigiane

Alle Sagre vi toccherà scegliere: viaggio nei dintorni di Asti

Tutti sappiamo che il 7 e l’8 ci aspetta il Festival delle Sagre di Asti. Intelligente manifestazione, nata nel 1974 da un’ottima idea del Presidente della Camera di commercio del tempo, Giovanni Borello: le migliori specialità della cucina dell’Astigiano, proposte tutte assieme per fare riscoprire sapori, tradizioni e paesi. Grande momento di promozione della nostra enogastronomia, del nostro territorio.

41 paesi, raccontati con piatti tipicissimi, cucinati con le grandi materie prime locali da altrettante Pro Loco. Tra antipasti, primi, secondi e dolci sono 75 i piatti da assaggiare. Pur essendo tre le occasioni per farlo, un pranzo e due cene, vi toccherà sicuramente fare delle scelte. Io vi propongo le mie, scelte di gusto personale e non certo di merito. Tutto buonissimo, ma 25 piatti a volta non è pensabile.

Per seguire le tante caratterizzazioni territoriali dell’Astigiano, alla ricerca anche in cucina delle differenti identità, alla faccia di chi vuole raccontare il sud Piemonte come realtà unica, sabato cenerò con le specialità dei paesi attorno ad Asti, sono 12, domenica, pranzo con i 16 borghi del sud Astigiano e cena con i 13 del nord.

Asti e dintorni

Le frazioni di Asti e i borghi negli immediati dintorni che partecipano alla Sagra delle Sagre sono dodici. Si caratterizzano chiaramente con gli antipasti, piatti apparentemente meno campagnoli, conseguenza forse della appartenenza o vicinanza alla città. Me li immagino serviti in pompa magna alle cene in onore di Luigi XII, re di Francia, ospite a Palazzo Malabaila ad inizio ‘500, tra le righe, secondo me, il più importante palazzo rinascimentale di Asti, oggi vergognosamente in abbandono, o a quelle di fine Ottocento del conte Leonetto Ottolenghi, nei saloni del piano nobile dell’omonimo splendido palazzo, grandiosa opera di Benedetto Alfieri.

Con gli antipasti, si può, si deve esagerare. E allora: Lingua del Palucco, Acciughe al verde da San Marzanotto, Carne cruda di Sessant e Tonno di coniglio da Serravalle. Imperdibile poi il Baciuà di Isola d’Asti, zampino di maiale lessato, aromatizzato, impanato e fritto, vera libidine che antipasto non è, ma mi piace troppo per bastarne uno, quindi due. Chiudo con per dolce l’antico mon ëd Mongardin, o Mun, re dei mattoni dolci piemontesi e uno Zabaglione al Moscato d’Asti da Revignano. Strapieno e super soddisfatto spendendo, pur avendo esagerato, solo 27,20 euro.

Davide Palazzetti

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