Stando ad un’analisi effettuata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese, dal titolo “Tempi medi di pagamento dei Comuni al quarto trimestre 2018” e realizzata sui dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, i Comuni piemontesi saldano le fatture ad imprese e professionisti con una media di 35 giorni, ovvero oltre il termine di legge fissato a 30 giorni.
Dall’analisi regionale emerge come paghino entro il limite di legge, mediamente, solo il Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta (25 giorni), Friuli-Venezia Giulia (26 giorni), Sardegna (28 giorni) e Veneto (30 giorni). All’opposto i maggiori ritardi nei pagamenti si osservano per Calabria con 49 giorni, Umbria con 47 giorni, Molise e Marche, entrambi con 45 giorni, e Sicilia e Campania con 44 giorni.
Guardando alle Province, in appena quarto di queste si registrano tempi medi di pagamento dei Comuni entro il limite di legge: le più virtuose sono la Provincia Autonoma di Bolzano con 19 giorni, Sondrio e Trieste, entrambe con 21 giorni, Sassari con 22 giorni, Bergamo con 24 giorni ed infine Verona e Valle d’Aosta, entrambe con 25 giorni.
Venendo al Piemonte, nel IV trimestre del 2018 (ultimo dato disponibile), le Amministrazioni Locali hanno pagato parcelle per oltre 475milioni di euro; solo 664 Comuni su 1190 (quelli di cui si può monitorare l’operato), hanno regolato tutto entro i termini di Legge dei 30 giorni, 429 lo hanno fatto entro i 60, e 97sono andati oltre i 2 mesi.
Tra le Province locali la più virtuosa è Cuneo, che ha pagato 77 milioni in 29 giorni, seguita da Novara (44 milioni in 29 giorni), Vercelli (24 milioni in 32 giorni), Torino (220 milioni in 34 giorni), Biella (17 milioni in 37 giorni), Verbano Cusio-Ossola (27 milioni in 37 giorni), Alessandria (41 milioni in 46 giorni) e infine Asti, maglia nera regionale con 21 milioni in 51 giorni.
“E’ necessario impegnarsi affinché ci sia la chiusura dei pagamenti entro i 30 giorni – commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Piemonte – come è previsto dalla legge. Le nostre imprese artigiane non possono permettersi il lusso di attendere il saldo delle fatture oltre il dovuto anche perché a loro volta sono tenute a rispettare il calendario dei vari pagamenti e contributi che devono versare allo Stato. Abbiamo tanti esempi virtuosi di Comuni che saldano tutto con largo anticipo: quindi si può fare”.
“Purtroppo ancora tante piccole imprese, troppe, rinunciamo a partecipare ai bandi pubblici per paura dei tempi di pagamento e dei contenziosi – precisa Felici - in questo periodo, dove si parla tanto di un più facile accesso delle microimprese agli appalti di opere pubbliche il cui avvio potrebbe servire a immettere nel mercato importanti risorse economiche, a creare lavoro e a salvare imprese e posti ma se poi i pagamenti vengono effettuati in maniera tardiva, le imprese soffrono enormemente”. “Non dimentichiamoci che i ritardi dei pagamenti – sottolinea Felici – costringono le aziende a rivolgersi sempre al mercato del credito”.
“In ogni caso – conclude Felici - lo diciamo da anni: per noi la soluzione migliore all’annosa questione dei pagamenti rimane sempre la compensazione debiti-crediti secca e diretta”.
A livello nazionale, infatti, in un anno, i versamenti allo Stato dalle imprese fornitrici utilizzabili per la compensazione ammontano a 28,4 miliardi di euro, importo che rappresenta oltre la metà (53,5%) dei 53 miliardi di euro di debiti delle amministrazioni e il loro utilizzo consentirebbe di azzerare il gap relativo al rapporto tra debito commerciale e PIL esistente tra Italia e Unione europea.