Politica - 28 ottobre 2019, 13:14

Palio, duro attacco del Movimento 5 Stelle: “E’ stato ridotto a giocattolino del sindaco”

I Consiglieri pentastellati ne contestano duramente, dati alla mano, la gestione, ampliando il discorso al turismo

Massimo Cerruti, Alberto Pasta e Davide Giargia ritratti nel corso della conferenza stampa

Andandolo a “colpire” su una delle tematiche che, notoriamente, gli stanno più a cuore, i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle hanno indetto una conferenza stampa finalizzata a esprimere una totale bocciatura della gestione dell’evento paliesco da parte dell’Amministrazione guidata da Maurizio Rasero.

“Rispetto ad altri temi – ha spiegato Massimo Cerruti, capogruppo M5S in Consiglio comunale – di palio non abbiamo mai parlato diffusamente per una semplice ragione: non siamo mai stati convinti dell’efficienza di Rasero, ma almeno su questo punto abbiamo voluto concedergli una piccola nota di credito. Salvo dover oggi constatare, con dispiacere, che anche su questa tematica vi sono problemi enormi che ci costringono a informarvi su quello che sta realmente accadendo. Il comportamento del sindaco sul Palio non ci piace: è assolutamente sbagliato, nel metodo e nel merito”.

“Nel metodo, dobbiamo constatare come il Palio si sia trasformata nel giocattolo del sindaco e che il cambio di data dell’evento non ha dato i risultati sperati. Non può cercare ogni anno un capro espiatorio: l’anno scorso il maltempo, quest’anno i Comuni, usati solo per fare da mero intrattenimento prima della finale vera, in funzione della diretta Rai. Intorno a una manifestazione che dovrebbe essere gioiosa e aperta, si è creato un clima di chiusura che non ci piace affatto. Senza contare il precedente: sulla base del suo comportamento, ogni sindaco che verrà potrà sentirsi in diritto di modificare il Palio a proprio piacimento”.

“Nel merito – ha proseguito Cerruti – vogliamo guardare in faccia la realtà in maniera oggettiva. E’ lecito che un sindaco provi a portare modifiche, ma vanno apportate rapportandosi a persone esperte e in modo condiviso. Per poi fermarsi e analizzare i dati. Noi lo abbiamo fatto, con riferimento a quattro ambiti: numero di titoli venduti, incasso derivante dalla vendita dei biglietti, costi totali e risorse materialmente messe per pareggiare il bilancio”.

“Nel 2014 sono stati venduti 4.653 tagliandi, con un incasso di 198.746 euro, costi totali di 449.511 euro e risorse investite dal Comune per 174.184 euro; nel 2015 4.964 biglietti, incassati 202.795 euro, a fronte di un costo di 449.108 euro e un contributo di 206.521; nel 2016 4.910 biglietti, incassati 201.834 euro, costi di 459.478 euro e contributo di 219.564 euro; nel 2017 sono stati venduti 5.288 biglietti, incassati 220.486 euro, spesi 459.760 e il Comune ha messo 166.854 euro”.

“Arriviamo quindi al 2018 – anno di svolta in quanto l’attuale amministrazione si è insediata a luglio, trovandosi il Palio organizzato dalla precedente – quando sono stati venduti 4.857 biglietti, incassati 209.520 euro, spesi 447.499 euro e il Comune ha contribuito con 168.925 euro. Mentre quest’anno – con il cambio di data e la corsa sdoppiata tra Comuni e città – sono stati venduti 4.783 biglietti, incassati 205.205 euro, il costo totale ammonta a 478.432 euro e il Comune ha contribuito con 175.811 euro, cui vanno però sommati altri 18.3000 euro messi per la prima volta dalla Cassa di Risparmio di Asti, a nostro parere per non far notare troppo l’esborso per le casse pubbliche”.

“In sostanza – ha attaccato Cerruti – da quando ci ha messo mano il sindaco, la tendenza, prima positiva, è andata in picchiata e l’incasso è calato nonostante l’incremento del costo dei biglietti. Un totale fallimento, di fronte al quale non potevamo tacere. Anche in considerazione del fatto che, all’indomani della manifestazione, il sindaco ha ‘invaso’ tutti gli spazi mediatici possibili per dire che il Palio era stato un trionfo. Quasi a togliere ogni spazio di replica pur ben conoscendo la realtà dei fatti. Di fronte a questi dati gli chiediamo di analizzarli e, facendo finalmente un bagno di umiltà che finora gli è sempre mancata, trarre le conseguenze modificando il suo atteggiamento nei confronti dei vari ‘attori’ che concorrono alla realizzazione della manifestazione. Basta con l’uomo solo al comando”.

“La pessima gestione del Palio – ha proseguito Cerruti – non è comunque un evento isolato, un incidente di percorso. Ma bensì si inserisce in una situazione più generale che, purtroppo, anche dal punto di vista turistico, mostra una città in sofferenza. I numeri confermano che i pernottamenti in città sono in calo del 12% nell’ultimo anno, il che è grave considerando che già si partiva da dati già sconfortanti. Si sconta anche scelta, strategica totalmente errata, puntando tutto sul Monferrato, aderendo a un’azienda turistica locale in cui il nome di Asti non è presente in alcun modo. E nel mondo turistico il brand è tutto. Servirebbero investimenti importanti per promuovere la città, non certo i 90.000 euro annui che diamo a questo ente”.

“Parlando di Palio – si è inserito il consigliere Davide Giardia – dobbiamo dargli almeno atto che, nel 2018, ha fato calare drasticamente il numero di biglietti omaggio, attestatosi a 15. Salvo cambiare repentinamente idea l’anno successivo, quando sono tornati a 81. Sempre in merito al Palio, cito poi una sua intervista dell’agosto scorso in cui si vanta di aver chiesto al suo fantino, quando era rettore di 3T, di ‘menare più che può’ il fantino di San Secondo. Sono affermazioni già difficilmente giustificabili da parte di un quattordicenne, totalmente intollerabili espresse da un sindaco. Inoltre vi preannuncio che nei prossimi giorni presenteremo un’interrogazione per sapere, alla luce dei pessimi dati turistici e del venir meno sia dei Mercatini di Natale che del CapodAsti, quanto ha reso la tassa turistica e come ne sono stati spesi i proventi”.

“Quando si è insediato il panem non c’era già più – ha chiosato l’avv. Alberto Pasta, consulente legale del Movimento astigiano e già assessore al Palio – ora sono finiti anche i circencis con un capodanno che si preannuncia grigio. Ci troviamo di fronte a una totale incapacità di trainare il turismo nell’Astigiano, basta guardare alla recente visita di Cristiano Ronaldo che tutti hanno riportato come nelle Langhe quando in realtà era a Costigliole d’Asti. Pensiamo poi al grave danno derivante dall’aver aderito a una ATL che si chiama Langhe, Roero Monferrato, in cui il nome della nostra città scompare del tutto. Siamo diventati la ruota di scorta di territori ben più promozizonati del nostro”.

“In quanto al Palio – ha proseguito Pasta – sono rimasto sbalordito da come è stata gestita l’ultima riunione del Consiglio del Palio. La mia impressione è che sia palese la totale divaricazione tra la volontà del sindaco e quella dei componenti del Palio. E’ poi evidente come Rasero miri a disfarsi del Capitano per metterci una sua bandierina, avocando al sindaco una scelta che dipende solo dal Consiglio. Serve invece uno sguardo organico per contribuire a migliorare il Palio, altrimenti si finisce per smantellarlo”.

“Voglio infine sottolineare – ha concluso – come il progetto di Consorzio per la tutela del Palio di Asti, che davvero interessava ai rettori ed è pronto da tempo, sia rimasto lettera morta. Io l’ho consegnato fatto e finito all’allora sindaco Brignolo che lo ha messo in un cassetto, così come ha fatto anche Rasero”.

Gabriele Massaro


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