Cultura e tempo libero - 13 novembre 2019, 11:52

Michela Cescon porterà all’Alfieri la trasposizione dell’ultimo romanzo di Alberto Moravia

“La Donna Leopardo”, in programma mercoledì sera, segna l’esordio alla regia teatrale dell’apprezzata attrice cinematografica

Michela Cescon porterà all’Alfieri la trasposizione dell’ultimo romanzo di Alberto Moravia

Reduce dal felice debutto al Piccolo Teatro Grassi di Milano, mercoledì sera alle 21, nell’ambito della Stagione 2019/2020 realizzata dal Comune di Asti con il prezioso contributo della Fondazione Piemonte dal Vivo, arriverà all’Alfieri di Asti “La Donna Leopardo”, l’ultimo testo di Alberto Moravia nell’adattamento drammaturgico curato da Lorenzo Pavolini e Michela Cescon, anche in veste di regista. In scena Valentina Banci, Olivia Magnani, Daniele Natali, Paolo Sassanelli.

Produzione Teatro di Dioniso di Torino (di cui Cescon cura la Direzione Artistica dal 2017) e Teatro Stabile del Veneto con il sostegno di Intesa Sanpaolo.

Questo spettacolo tratto dal testo di Moravia è la prima regia teatrale di Michela Cescon, attrice fra le più amate del cinema italiano d’autore: fra i titoli di cui è stata protagonista basta ricordare “Primo amore” di Matteo Garrone e “Romanzo di una strage” di Marco Tullio Giordana, che le valse il David di Donatello come miglior attrice non protagonista; nella prossima stagione cinematografica la vedremo accanto a Elio Germano ne L’uomo senza gravità” diretto da Marco Bonfanti.

Quattro i personaggi in scena: un giornalista, Lorenzo; il suo editore, Flavio Colli e le rispettive mogli Nora, creatura inquieta e affascinante e Ada innamorata e disincantata, che si trovano ad affrontare un viaggio in Africa, nel Gabon. Dalle atmosfere borghesi di una Roma conosciuta e notturna – dove le relazioni sono più nascoste e trattenute – all’Africa, che come dice Moravia è “il più nobile monumento che la natura abbia mai eretto a sé stessa”, dove tutto diventa vero, senza struttura, esplode: l’uomo tende a dominare, la donna a sottrarsi, il possesso definitivo è impossibile e l’amore, come la vita, è uno stato d’allarme continuo.

I quattro attori/personaggi si muovono in uno spazio grande e libero, senza confini e strutture teatrali che lo delimitano. Non ci sono mura, non ci sono soffitti. Non ci sono oggetti, non si sfiora mai il teatro borghese: gli unici strumenti di rappresentazione sono il corpo e la voce degli attori, impegnati in una performance fisica, che si misurano con strutture modulari, fondali illuminati, luci, ombre, fotografie, video e una forte drammaturgia sonora.

Afferma Michela Cescon: “È da alcuni anni che penso di portare in teatro un testo di Moravia. Non uno dei suoi testi teatrali, bensì un romanzo. Ho sempre pensato fossero perfetti per il palcoscenico e che ci fosse al loro interno una matrice teatrale; tra i suoi scritti si intuisce un’attenzione quasi registica ad uno spazio scenico, alla luce, ai luoghi come dei dipinti, ai personaggi dai dialoghi perfetti, con una scrittura adatta ad essere portata ad alta voce. Mi hanno sempre incuriosito i suoi racconti, i suoi romanzi brevi, ma quando lessi ‘La donna leopardo’ capii che da lì volevo partire”.

Biglietti disponibili a 21 euro (platea, barcaccia e palchi), 15 euro il loggione. Per maggiori informazioni e prenotazioni: 0141/399057 o 0141/399040, biglietteria Teatro Alfieri, dal martedì al venerdì dalle 10,30 alle 16,30.

Redazione

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