Scuola - 26 novembre 2019, 14:30

La Regione scrive ai presidi del Piemonte: "Promuovete presepe e canti natalizi nella scuole" [VIDEO]

“Ritengo - scrive l'assessore Chiorino - siano parte fondante della nostra identità culturale e delle nostre tradizioni che la Regione intende tutelare e mantenere vive”

"Promuovere presepi, recite e canti natalizi nelle scuole". È questo l’invito che l’assessore regionale all’Istruzione, Elena Chiorino, ha inviato in una lettera indirizzata ai dirigenti scolastici del Piemonte di ogni ordine e grado, dagli asili nido agli istituti superiori. Una richiesta, quella di Chiorino, che - al di là del significato del Natale cristiano - "va nel senso della valorizzazione delle tradizioni, della cultura e dell’identità del territorio e dei suoi abitanti".

"Ritengo - scrive l'assessore - che la ricorrenza natalizia e le conseguenti tradizioni come il Presepe, l’Albero di Natale e le recite scolastiche ispirate al tema della Natività, siano parte fondante della nostra identità culturale e delle nostre tradizioni che la Regione Piemonte intende tutelare e mantenere vive".

Una scelta che, per Chiorino, vuole essere inclusiva anche per i ragazzi che frequentano le scuole piemontesi, ma che provengono da altre realtà, con usi, costumi o credi differenti: "E’ evidente - ha scritto l'esponente della giunta Cirio ai dirigenti scolastici  -  che la conoscenza delle nostre tradizioni scevra da qualsivoglia connotazione ideologica, sia un supporto alla piena integrazione per chi proviene da altre realtà".

Un'iniziativa che non ha mancato di suscitare polemiche. Il capogruppo regionale di LUV Marco Grimaldi attacca la Giunta Cirio che "copre il suo vuoto con una polemica, brandendo il Cristo (per la stagione in versione Gesù bambino) in cerca di visibilità”.

Critico anche l'esponente dei Radicali Silvio Viale, che parla di "strumentalizzare le tradizioni religiose per eccitare gli animi, creare divisioni e suscitare reazioni ostili contro le altre religioni e i non credenti. Questa lettera è un insulto alla laicità delle Istituzioni e a tutti gli italiani di ogni fede o religione, credenti o non credenti".

Cinzia Gatti


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