Approfittate delle festività natalizie per regalarvi una cura ricostituente, piacevole, unica e formativa. Girollate in città, a caccia d’opere d’arte; ad Asti ce ne sono veramente tante, buone per tutti i gusti. Datemi retta, migliorano l’umore e fanno bene alla salute.
Quando contempliamo un capolavoro artistico pare veramente si attivi l’area celebrale del piacere, recenti ricerche nelle neuroscienze lo confermano. L’arte ha il potere di suscitare emozioni così intense da addolcire lo spirito, da lenire il male di vivere. E se è vero il detto mens sana in corpore sano... tutto il resto è in discesa.
Era il 1994 quando il neurobiologo Semir Zeki fondò a Londra la neuroestetica, disciplina nata per capire cosa si muova nel cervello quando rimiriamo bellezza. Bellezza tradotta in piacere dall’attività neurale di una parte del cervello, nella corteccia orbito-frontale mediale, normalmente deputata all’elaborazione delle emozioni. Attività quantificabile: più intensa l’esperienza del bello, più intensa l’attività registrata nell’area, con cambiamenti nei percorsi dei neuroni e produzione di sostanze chimiche positivizzanti.
Ad Asti siamo circondati da bellezza ed armonia, basta decidere di guardarsi attorno: natura e opere dell’uomo, fiori, la chioma di un albero, monumenti e maestosi palazzi, fino alle opere dei nostri grandi artisti. Sorta di raffinati neurologi con la capacità di dispensare stimoli per eccitare il cervello, arricchendo la loro arte di valori terapeutici: una droga buona a cui sarebbe bene assuefarsi.
Un accenno pratico allora a tre percorsi curativi in città. A mio gusto, comincerei sicuramente da alcuni capolavori del grande Gandolfino, eccellenti medicamenti dello spirito, esposti in luoghi già di per sé super emozionanti: prima in Collegiata a godere dello spettacolare, grande polittico dell’Adorazione dei Magi, e ancora in Cattedrale con ben quattro sue opere dove dedicherei il massimo della posologia al Polittico Pelletta con la bellissima tavola centrale raffigurante la Genealogia della Vergine, e per finire in corso Alfieri, all’altezza di piazza Roma, nella sede della Fondazione CRAT, con la visione della ieratica dolcezza della Madonna con Angeli, assieme alla forza descrittiva della Madonna di Loreto con i santi Secondo e Calogero.
Secondo giro, a caccia di statue, passando dalla chiesa di San Pietro per la ritrovata Madonna del Tempo, fino a quella di Viatosto per godere della morbidezza d’intaglio e della finezza decorativa della Madonna di Viatosto, due splendidi esempi di grande arte trecentesca.
Terza prescrizione, Palazzo Mazzetti ad immergersi nella luce curativa di La femme di Grosso e in quella di Delleani e del suo Pellegrinaggio ad Oropa.
Alla fine, un ultimo suggerimento: Asti è un luogo eccezionale, ricco di bellezza, vivete l’arte che vi circonda, così da vivere meglio, felici e orgogliosi di poterlo fare in un posto bellissimo.