In programma c’era il raccontare delle bellissime torri nel sud Astigiano, ma, per colpa di Lingiardi, se ne parla alla prossima puntata.
Vittorio Lingiardi, psichiatra, psicoanalista e professore di psicologia dinamica alla Sapienza di Roma, ha pubblicato un bel libro, Mindscapes, sul rapporto tra psiche e paesaggio; l’ho appena finito e mi piaceva condividerne subito le, condivise, tesi.
Il sunto è ripensare l’idea di paesaggio elettivo. Elettivo nel senso del luogo che cerchiamo per dare forma e immagine a qualcosa che è già in noi. Per stare al mondo abbiamo certamente bisogno di avere molti luoghi dentro di noi, intesi come esperienze e varietà di opinioni, ma per essere noi stessi dobbiamo averne uno, elettivo, il nostro: la coperta di Linus.
Il buon suggerimento da cogliere è sicuramente quello di avvolgersi nel nostro ambiente elettivo, goderne e condividerlo con chi ci è più o meno vicino, tipo qualche milione di potenziali turisti, guardandolo e promuovendolo quale parte dell’animo di tutti, fondamento di comunità e promessa assolutamente distintiva di comunicazione.
Il libro, Raffaello Cortina Editore, lo suggerisco quindi calorosamente, quale invito al viaggio, anche senza muoversi, in luoghi d’origine, di destino e di passaggio che ci hanno portato ad essere ciò che siamo, individualmente e collettivamente; luoghi carichi di sfumature emozionali, valoriali e culturali che, come singoli individui e come collettività, creano aspettative, pensieri, piacere, ricordi ed emozioni. Interessantissimi e distintivi spunti per promuoverne visita e per evitare di sentirsi persi e spaesati, così tipico di questi tempi, ma, al contrario, orgogliosi e forti del legame interiore con l’origine nel nostro paesaggio. Noi.
Carichi, ancora più del solito, dell’orgoglio di chi è certo di vivere in un posto bellissimo, usiamo allora tutte le sue valenze ed energie per vivere meglio e, ça va sans dire, attrarre turismo, come invitassimo amici a casa, sicuri che si troveranno bene, almeno quanto noi.





