I casi positivi in Piemonte sono diventati 53, di cui uno in più nel Torinese e uno ad Alessandria, rispetto all'ultima rilevazione. Sono tre i ricoverati in terapia intensiva, ma il caso di contagio confermato resta sempre soltanto uno, in attesa della controanalisi in arrivo da Roma.
"È un buon segno che i casi non aumentino, ma ci stiamo attrezzando per farci trovare pronti - spiega l'assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi -. Abbiamo allestito nuovi letti e abbiamo investito 2 milioni di euro in strumenti di ventilazione per attrezzare tutte le rianimazioni del Piemonte. Come indicato dal Ministero, stiamo poi potenziando le terapie intensive, identificando al contempo due ospedali dedicati unicamente ai pazienti infetti da Coronavirus, saranno i cosiddetti Covit-hospital. Ne abbiamo identificato tre o quattro e faremo una cernita".
"Già da ieri abbiamo dedicato completamente la terapia intensiva di Vercelli e la stessa cosa sta succedendo all'ospedale Carle, all'esterno di Cuneo - aggiunge Mario Raviolo, responsabile Protezione Civile -. Ma all'occorrenza saranno due gli ospedali che svuoteremo completamente utilizzando anche gli spazi del Pronto soccorso o delle sale operatorie per ridurre al minimo la diffusione nelle varie strutture". "Al momento non abbiamo problemi di tamponi, né di test", ribadisce.
"Continuano a non esserci focolai in Piemonte", precisa Icardi. "Sono sempre casi legati a quello lombardo o ad Alassio".
"Tutti i ceppi piemontesi portano in Lombardia - dice il governatore Alberto Cirio - e sarebbe quello il paradosso: la Lombardia chiude tutte le scuole per evitare il contagio e noi invece apriamo a studenti che magari arrivano dalla Lombardia".
E su possibili collaborazioni con territori vicino, confermata la disponibilità: "Se la Lombardia avesse bisogno - aggiunge Raviolo - sarebbe per noi un dovere morale dare aiuto a chi in questo momento sta peggio di noi. E sarebbe un procedimento a scalare, eventualmente, anche verso altre Regioni vicine".