Attualità - 14 marzo 2020, 07:30

Viviamo in un posto bellissimo: fiori dello stesso giardino

Puntata di invito a considerare e condividere come quello che ora ci crea tristezza, stress, confusione, nervoso o paura sarà presto opportunità

Viviamo in un posto bellissimo:  fiori dello stesso giardino

Siamo onde dello stesso mare, foglie dello stesso albero, fiori dello stesso giardino. Pare lo abbiano scritto sui tantissimi pacchi di mascherine, donati recentemente all’Italia dal governo cinese. Il messaggio è tutto lì, siamo una grande comunità e ce l’eravamo scordato. Certo che ci si poteva arrivare anche in altro modo, ma la natura, forte e dispettosa, ha optato per una pandemia.

Ce l'hanno detto in tutti i modi, e spero che tutti l'abbiano capito. Per qualche settimana si sta a casa, a scoprire un nuovo stile di vita, opportunità per ragionare su una possibile nuova visione del Mondo e del nostro modo di viverlo, sta a noi coglierla quali foglie dello stesso albero.

Un virus colpisce indifferentemente ricchi, poveri, intellettuali e non, dirigenti e operai, ricordandoci che siamo tutti uguali. Ci ricorda anche che sarebbe l’ora di riflettere sulle priorità della nostra vita, sul nostro rapporto con gli altri, sulle esasperate funzioni di produttività e consumo, su un quotidiano di corse dietro a non si sa bene cosa. E ora, stop. Fermi a casa a fare i conti con un tempo di cui abbiamo perso il vero valore, che non può certo essere solo quello misurabile col denaro.

Ma il messaggio fondamentale di ‘sto accidenti di virus credo sia quello di smettere di pensare solo al proprio orto, offrendoci occasione di uscirne con un senso di appartenenza ben più ampio e concreto dell’attuale, con il sentire di essere parte di qualcosa di più grande di cui dobbiamo prenderci cura, certi che farà lo stesso per noi. Una nuova, grande comunità.

Certo, non è né facile né piacevole ora, morti in primis, e domani, passata l’emergenza sarà forse anche peggio, almeno all’inizio, quando ci si renderà conto della fragilità del libero mercato, dell’organizzazione economica di cui tutti siamo usi e parti, ma la prospettiva, sempre lei, è di superare o almeno rimodulare il rapporto, ora di supremazia, tra economia e finanza rispetto alla qualità delle nostre vite, con maggiore attenzione ai soggetti e non agli oggetti, ai tempi naturali delle persone e dell’ambiente. 

La storia è chiarissima e assai ripetitiva nell’evidenziare che i grandi cambiamenti nello sviluppo sociale, scientifico o culturale dell’uomo siano arrivati dopo eventi più o meno catastrofici, che fossero guerre o altro, sempre da lì si è cresciuti di più e meglio che in altri momenti. Vedrete allora che aver provato, anche se per poco, nuovi stili di vita ci aiuterà a breve a contrastare l’inquinamento globale, nuova mobilità ci regalerà tempo, smart working e telelavoro ci faranno vivere meglio, molto più insieme, e poi chissà quanto altro...vedrete che andrà tutto bene.

Davide Palazzetti

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