Economia e lavoro - 20 marzo 2020, 08:00

Coronavirus, Cgil, Cisl e Uil: "Anche nel settore agroalimentare si deve lavorare solo se in sicurezza"

"Siamo certi - sottolineano le tre organizzazioni sindacali - che non tutte le attività rivestano tale elemento di essenzialità e per questa ragione abbiamo già chiesto, ad ogni livello, la chiusura di quelle non necessarie"

Coronavirus, Cgil, Cisl e Uil: "Anche nel settore agroalimentare si deve lavorare solo se in sicurezza"

È con un comunicato sindacale unitario, rivolto alle aziende del settore alimentare e, per conoscenza, a tutte le lavoratrici e i lavoratori del comparto, che la FLAI-CGIL, la FAI-CISL e la UILA-UIL della provincia di Asti hanno voluto porre l’attenzione sull’emergenza Covid 19 per quanto riguarda una delle filiere produttive, quella agroalimentare, essenziali per l’intero Paese.

"Siamo certi - sottolineano le tre organizzazioni sindacali - che non tutte le attività rivestano tale elemento di essenzialità e per questa ragione abbiamo già chiesto, ad ogni livello, la chiusura di quelle non necessarie, vale a dire quelle non prettamente riferibili a prodotti alimentari di prima necessità".

Per quanto concerne, invece, le realtà che non possono chiudere, perché produttrici proprio di beni di prima necessità, FLAI-CGIL, FAI-CISL e UILA-UIL evidenziano "il dovere ed il diritto di pretendere la massima attenzione e serietà, oltre che la sensibilità da parte di chi gestisce le aziende".

Secondo le tre organizzazioni sindacali, infatti, è possibile rallentare i ritmi di lavoro, riorganizzare le produzioni, gli spazi e la loro fruizione e predisporre sanificazioni e interventi di prevenzione, collettiva ed individuale, che consentano di preservare la salute delle lavoratrici e dei lavoratori.

"Devono essere le pretese del mercato mondiale ad attendere, non la vita", affermano, evidenziando che "la pandemia in corso non risparmia nessuno" e che "le condizioni di competitività sono paritarie".

La FLAI-CGIL, la FAI-CISL e la UILA-UIL astigiane ricordano, inoltre, di avere più volte domandato che venga garantita la massima tutela della salute e della sicurezza laddove le attività produttive siano operative.

"Ora – dichiarano le tre organizzazioni - chiediamo con forza il rispetto del “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”, che definisce precise linee guida da adottarsi in ogni azienda a tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro perché si eviti il contagio da COVID-19. Diffidiamo, pertanto, dall’adottare misure riduttive e/o non congrue rispetto ai contenuti del protocollo stesso".

"Il Governo – proseguono - ha messo, e metterà, a disposizione ulteriori ammortizzatori sociali e congedi retribuiti che consentono fermate temporanee delle attività per regolarizzarsi allineandosi a tutte le prescrizioni contenute nel citato Protocollo, oltre a gestire ogni eventuale fase di riduzione delle produzioni. Ci preme appellarci – precisano, dunque - alla massima sensibilità, ricercando la necessaria flessibilità organizzativa, provvedendo alla concessione di permessi per il genitore con problemi nella gestione dei figli o in caso di necessità di cura per altri familiari".

Le segreterie astigiane FLAI-CGIL, FAI-CISL e UILA-UIL, esortando poi le aziende del settore alimentare a coinvolgerle da subito e non ex post nella gestione delle diverse fasi di riduzione delle produzioni, si rendono infine disponibili a siglare e condividere ogni accordo possibile finalizzato a concretizzare ogni ipotesi di intervento contenuta nel Protocollo e nei diversi DPCM emanati.

Se dovessero essere segnalate aziende inadempienti rispetto alle linee guida, FLAI-CGIL, FAI-CISL e UILA-UIL interverranno, anche attraverso lo sciopero, per far arrestare immediatamente le attività.  

Comunicato stampa

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