Sanità - 29 marzo 2020, 09:16

Confronto sindacati-Regione sulla gestione dell’emergenza coronavirus nelle strutture Socio Sanitarie e Socio Assistenziali

Le organizzazioni sindacali hanno espresso notevoli perplessità, in particolare, sul ricorso alle case di riposo per sgravare la pressione sulla sanità pubblica

Confronto sindacati-Regione sulla gestione dell’emergenza coronavirus nelle strutture Socio Sanitarie e Socio Assistenziali

Si è svolto un incontro tra le sigle sindacali FP CGIL, CISL FP, FISASCAT CISL, UILFPL, UILTuCS da un lato e i vertici sanitari della Regione Piemonte (l’assessore Icardi, il dott. Aimar, il dott. Tesio e il commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 in Piemonte dott. Coccolo), nell’ambito del quale le organizzazioni sindacali hanno posto l’attenzione sulle condizioni di sicurezza, ritenute inadeguate, nelle quali operano le lavoratrici e i lavoratori in servizio presso le Strutture Socio Sanitarie e socio Assistenziali Piemontesi, oltre a confrontarsi in merito alle ultime delibere regionali emanate sulle RSA (Residente Sanitarie Assistenziali) e sul personale che vi opera.

I sindacati hanno espresso in particolare perplessità riguardo la scelta della Regione di destinare parte dei posti letto all’interno delle RSA a pazienti positivi al Covid-19, al fine di ridurre la pressione sulle strutture pubbliche. In merito, hanno sottolineato che la presa in carico di tali pazienti provenienti da ospedali debba essere preceduta da test che ne accertino la negatività al coronavirus, mentre per quello covid-19 positivi con sintomi lievi possa avvenire “esclusivamente in strutture ad essi dedicate (strutture di nuova costruzione presenti sul territorio piemontese e non ancora utilizzate) e con operatori sanitari specifici”.

Evidenziando l’aumento esponenziale di contagi e decessi all’interno delle strutture assistenziali, episodi ritenuti in parte ascrivibili alla presenza di positivi asintomatici, i sindacati hanno poi chiesto con forza che vengano effettuati test diagnostici a tappeto sia sui pazienti che sugli operatori sanitari, al fine di adottare le più opportune misure per limitare i contagi. La Regione ha comunicato di aver pronti circa 200 test sierologici, da abbinare a tamponi, e di avere intenzione di avviare gli esami a partire dai prossimi giorni, prevedendo di poter aumentare considerevolmente i numeri già dalla prossima settimana (circa 3.500 test a settimana)

E’ stato altresì rimarcate l’esigenza di trovare soluzioni “in grado di garantire le maggiori capacità assistenziali possibili (assistenti domiciliari, personale frequentante corsi da oss, personale qualificato attualmente in quiescenza)” a fronte di un possibile esodo verso la sanità pubblica da parte di operatori socio-sanitari, o per carenze dovute a malattia o quarantena o isolamento domiciliare. Un confronto che, scrivono le organizzazioni sindacali, “ci ha visto convergere su soluzioni che il più possibile rispondano ai criteri da noi elencati”.

Restano invece notevoli distanze sulla contrarietà dei sindacati alla riduzione dei minutaggi assistenziali a favore di quelli infermieristici, ed è stato affrontato il tema dei DPI chiedendo che, anche nel terzo settore, la disponibilità e l’approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuali sia in linea con quello a disposizione negli ospedali, soprattutto nella gestione dei casi di contagio.

E’ stato poi evidenziato come nelle strutture assistenziali spesso non vengano seguiti i protocolli sanitari previsti in caso di presenza di positivi, come isolamento e messa in quarantena, e che ancora oggi in alcune strutture si viola ai decreti nazionali sull'impossibilità di ingresso di figure estranee alla stessa struttura.

Infine è stata chiesta la possibilità di prorogare alle scadenze gli appalti i sia pubblici che privati, sino alla fine dell’emergenza Covid 19. “Le criticità che potrebbero emergere in termini di eventuali esuberi e di possibili licenziamenti e relativi contenziosi sarebbe difficile da gestire in un’emergenza come quella che stiamo vivendo”, sottolineano le sigle sindacali.

Redazione

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