- 07 aprile 2020, 17:08

Oltre 12.000 imprese del benessere chiuse per Decreto, mentre gli abusivi continuano a operare impunemente

Lo denuncia Confartigianato Imprese Piemonte, chiedendo sanzioni più severe sia per chi lavora in nero e sia per chi usufruisce dei servizi

Oltre 12.000 imprese del benessere chiuse per Decreto, mentre gli abusivi continuano a operare impunemente

Anche Confartigianato Piemonte lancia l’allarme per i lavoratori e le lavoratrici irregolari che, mentre gli operatori del settore regolarmente accreditati sono fermi per il lockdown imposto dal governo, continuano impunemente a offrire “in nero” servizi di acconciatura, manicure, pedicure e trattamenti estetici.

“In questo momento di emergenza sanitaria, che sta penalizzando prepotentemente le imprese del settore benessere, che rappresentano una delle dieci categorie che hanno registrato la performance peggiore in questo scenario dominato dal Covid-19 – afferma Enrico Frea, presidente di Confartigianato Piemonte Benessere non possiamo tollerare che operino indisturbati gli abusivi e gli irregolari, vale a dire tutti coloro che da sempre non pagano le tasse, e che oggi non rispettano le norme igienico sanitarie e nemmeno il Decreto dello scorso 11 marzo che impone la chiusura dei servizi alla persona. A maggior ragione in questo scenario di emergenza costoro devono essere puniti severamente insieme a chi li utilizza, perché mettono a rischio la salute delle persone”.

Le imprese di acconciatura ed estetica rispettose delle norme, invitano a declinare e rifiutare eventuali proposte di servizi da parte di chi opera abusivamente, e in questo particolare momento, in deroga alle regole. Qualsiasi operatore che offra i propri servizi, presso il proprio domicilio o presso quello del cliente, è un abusivo e una minaccia alla salute di tutti.

“Le nostre imprese fanno la loro parte per contrastare la pandemia – prosegue Frea – e rimangono chiuse ma alla fine dell’emergenza non tutte potranno riaprire la saracinesca e continuare a lavorare. Molte di queste non riusciranno a rimettersi in carreggiata e saranno costrette a lasciare a casa i propri dipendenti. Il mio appello è quello di sostenerle attraverso la sospensione dei tributi dovuti e di vigilare affinché l’abusivismo non prenda il sopravvento, in questo momento così drammatico”.

Nel frattempo, Confartigianato Imprese Piemonte lavora per dare sostegno concreto alle imprese, e ai loro dipendenti, che hanno dovuto fermare l’attività.

“Le nostre imprese stanno pagando un prezzo altissimo all’emergenza sanitaria – commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Piemonte – e le piccole attività che ancora possono lavorare stanno dimostrando il loro grande senso civico facendo il loro dovere e la loro parte. Abbiamo condiviso la necessità di limitare alle attività essenziali la possibilità di lavorare, consapevoli dell’impatto economico ma con la convinzione che la responsabilità sociale che ci caratterizza ci obbliga a scelte dolorose ma utili per il Paese”.

Le realtà del settore benessere possono accedere a questi strumenti di sostegno, creati dalle organizzazioni datoriali e sindacali del settore artigiano, usufruendo degli ammortizzatori sociali dell'artigianato.

“E’ giusto tutelare i lavoratori – sottolinea Felici – ma occorre pensare ai tantissimi piccoli imprenditori che in questo momento non hanno nessuna forma di assistenza se non quella del proprio lavoro quando non sono obbligati a chiudere per norma o per mercato. In un territorio fatto prevalentemente di piccole imprese garantire la tenuta possibile del sistema economico è condizione anche per la coesione sociale”.

Redazione

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