Attualità - 18 aprile 2020, 11:05

Spiagge libere accessibili anche ai piemontesi nell'estate 2020? Le amministrazioni: "Da soli non ce la facciamo"

Da Varazze ad Andora sono molti i chilometri di arenile incontrollati nel savonese. Oltre al timore per una bomba biologica a preoccupare sono i costi e le risorse umane da dover impiegare

Spiagge libere accessibili anche ai piemontesi nell'estate 2020? Le amministrazioni: "Da soli non ce la facciamo"

La Pasqua segna il tradizionale avvio della stagione balneare in Liguria: giorni di vacanza in cui i torinesi - così come il resto dei piemontesi e lombardi – tornano nelle seconde case ed alberghi, così come ad affollare lungomari e focaccerie.

Non però nel 2020, perché l’emergenza Coronavirus ha bloccato gli spostamenti di tutti, limitandoli a pochi centinaia di metri da casa per fare la spesa o brevi passeggiate. Ma il Governatore ligure Giovanni Toti domenica, con il via libera ai lavori di sistemazione di chioschi e aree demaniali in concessione ai privati, ha provato a guardare già alla fase 2, i mesi “caldi” per il turismo balneare.

Oltre alle soluzioni variegate, e a tratti anche variopinte, proposte per la riapertura degli stabilimenti, la discussione per gli operatori del settore e le amministrazioni locali si è rivolta anche alle spiagge libere, alcune delle quali rappresentano vere perle paesaggistiche.

Se da un lato infatti l'accesso ed il controllo dei lidi in mano ai privati potrebbe vedere l'adozione, seppur complessa, di norme e la possibilità di farle rispettare, dall'altro la paura che nuovi e violenti focolai possano scatenarsi negli arenili pubblici è diffusa. Pur inconsapevoli dell'evoluzione che il Covid-19 potrebbe avere col clima estivo.

Denominatore comune per le varie giunte delle più rinomate località balneari della provincia di Savona, da Varazze ad Andora, è l'attesa sulle misure che vorranno adottare il Governo e la Regione.

"Ne abbiamo parlato coi balneari, con loro c'è un confronto costante che però si basa solo su tante ipotesi. Riteniamo che sia prematuro e difficile azzardare previsioni senza sapere quelle che saranno le decisioni del Governo" afferma il vicesindaco con delega al Demanio di Finale, Andrea Guzzi.

“Prevediamo che sarà promulgata un'ordinanza regionale che darà indicazioni zona per zona - aggiunge quindi il vicesindaco di Alassio, Angelo Galtieri - infatti Liguria ed Emilia Romagna sono territorialità differenti che necessitano di direttive mirate. Dopodiché si porrà il problema di chi farà i controlli perché le normative vengano rispettate. E, soprattutto, di chi si farà carico dei costi relativi ai controlli".

Argomento, questo, toccato anche dal sindaco di Varazze, Alessandro Bozzano: "Bisogna capire come si riparte, noi non ce la facciamo di certo a presidiarle solo con la Polizia locale. Cercheremo di confrontarci con i rappresentanti dei balneari su come cercare di gestire la questione". Una soluzione era arrivata negli anni scorsi dall'amministrazione e dall'associazione dei bagni marini finalese, ma che la prossima stagione sarà rivista: “Visto l'afflusso che riteniamo potrà essere minore rispetto agli anni scorsi - aggiunge Guzzi -, non dovrebbe essere effettuato alcun servizio di vigilanza privata. Anche per questioni di bilancio”.

Un problema quindi anche di costi, come riporta Galtieri: “In questo momento se il Comune di Alassio deve pensare di investire per pagare il personale di sorveglianza per ogni tratto di spiaggia libera, allora preferiamo chiuderle in via prudenziale e investire quegli stessi soldi in altre tipologie di emergenza, visto che la situazione ne sta generando tante. Lasciarle aperte e incontrollate è semplicemente impensabile, si creerebbe una vera bomba biologica”.

Quando dunque potremmo avere delle risposte a questi interrogativi? “Dobbiamo attendere le direttive del governo - spiega Alberto Passino, vicesindaco di Albenga -, riteniamo che esse saranno contenute nel DPCM legato alla cosiddetta 'Fase 2' che riguarderà l’estate”.

redazione

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