“Stando ai dati aggiornati al 20 aprile, in Piemonte le imprese fino a 5 addetti che hanno presentato domanda per la cassa integrazione sono state circa 23.000 e di queste oltre 17.000 quelle del “terziario”, vale a dire il 70%
Se poi si considera che più di 6.500 fanno parte del commercio al dettaglio e più di 6.000 della somministrazione, pubblici esercizi e ristoranti e che sono oltre 25.000 i lavoratori sospesi, lo scenario che abbiamo di fronte è decisamente preoccupante e se queste attività non vengono sostenute adeguatamente si rischia un disastro economico e sociale”
Lo afferma Claudio Bruno, direttore di Ascom Confcommercio Asti, lanciando l’allarme per la situazione in cui versano gran parte delle imprese operanti del settore in seguito alle misure finalizzate al contenimento dell’epidemia Covid-19
“Per fare fronte a questa frattura che si è creata nel mondo economico e produttivo, in particolare categorie come quelle della ristorazione e delle somministrazione in generale che sono fondamentali per il settore del turismo e per l’indotto, servono subito risorse reali – prosegue Claudio Bruno –, tali che possano in qualche modo essere compensati i danni subiti dal crollo dei fatturati.
Non solo indennizzi, ma finanziamenti a fondo perduto, cosi come servono anche altri provvedimenti, a cominciare dallo slittamento almeno fino a fine anno di tutte le scadenze fiscali, la sospensione dei tributi locali e la possibilità di ampliamento dei dehors per compensare la riduzione dei coperti (mediamente del 50%) per rispettare la distanza di un metro”