Politica - 24 aprile 2020, 18:14

"Non bastano le difese d'ufficio". Dopo la trasmissione Report, anche il gruppo "Uniti si può" esprime le sue valutazioni

"In questo frangente è certamente giusto contenere al minimo il versante critico verso gli Amministratori che stanno operando in difficili condizioni, ma non si posono nascondere macroscopiche carenze"

"Non bastano le difese d'ufficio". Dopo la trasmissione Report, anche il gruppo "Uniti si può" esprime le sue valutazioni

Riceviamo e pubblichiamo la nota del Gruppo consiliare Uniti si può, Michele Anselmo e Mauro Bosia

La  trasmissione REPORT di lunedì 20 aprile  ha scatenato, come prevedile, una serie di “difese d’ufficio”.

Il sindaco ha difeso l’operato del commissario della Asl con l’obiettivo, che persegue da quando è iniziata l’emergenza, di dimostrare che ad Asti l’andamento del contagio va meglio che da altre parti del Piemonte. Bel triste primato quello di poter dire di aver avuto meno morti che altrove.

I Capi Dipartimento della Asl, hanno dovuto sostenere il loro Direttore Generale difendendo, contestualmente, l’operato di controllo e verifica costante che dovrebbe esercitare un Sindaco.

Per quanto ci riguarda siamo a fianco di tutti i lavoratori della Asl Asti, quelli in prima linea e che corrono rischi reali, alcuni dei quali hanno già pagato prezzo del proprio lavoro e, allo stesso tempo, difendiamo i cittadini che hanno diritto ad essere curati, tempestivamente, nei migliori dei modi possibili e con la migliore organizzazione che il sistema sanitario può o dovrebbe porre in atto.

Che la trasmissione di REPORT sia stata parziale e non abbia approfondito la reale situazione dell’Ospedale Cardinal Massaia non si discute; allo stesso tempo è palese e grave che il direttore generale non conoscesse quanti dipendenti Asl fossero stati contagiati, quanti si fossero ammalati, in quali condizioni di gravità (rianimazione) e suddivisi per categorie, visto che il contagio non ha solo colpito operatori sanitari ma anche addetti di altri servizi.

Ciò detto è ormai evidente che la gestione dell’emergenza Coronavirus in Regione si sta dimostrando inadeguata, e il numero di nuovi casi, decessi compresi, ne è la dimostrazione. Nella gestione dell’emergenza sono emerse queste incontestabili carenze:  

  • Mancanza di scorte e assenza di canali di approvvigionamento adeguati e certi dei dispositivi di protezione individuale (DPI). Nonostante lo sbandierato, quanto mai operativo intervento della Miroglio tessile. Di conseguenza il palese e grave ritardo nella dotazione di DPI al personale sanitario, sia in ambito ospedaliero sia territoriale. Mancato approvvigionamento che ha colpito tutta la popolazione.

  • La mancanza di precise linee guida per il contenimento della diffusione dell’infezione all’interno delle strutture, vuoi di degenza ospedaliera vuoi di ricovero extra-ospedaliero. Un gravissimo ritardo nell’ esecuzione dei tamponi diagnostici, optando per un metodo contenuto di diagnosi che non è stato in grado di individuare i focolai e monitorare con tempestività i soggetti infetti. 

  • La scomparsa (mail) ingiustificabile di informazioni riguardanti pazienti contagiati o presunti, con rilevanti conseguenze negative sul tracciamento dei casi. Un’assistenza fondata completamente sugli ospedali, si veda la ridicola apertura/chiusura di Verduno, trascurando soluzioni impostate su un lavoro in rete, con i medici di medicina generale, al fine di attivare una preventiva assistenza domiciliare. 

Una comunicazione ai cittadini e agli operatori sanitari spesso contraddittoria. La tendenza degli organismi deputati alla gestione dell’emergenza a non ascoltare o minimizzare le osservazioni critiche e le proposte operative che venivano a loro indirizzate dai lavoratori tramite le organizzazioni sindacali.

In questo frangente è certamente giusto contenere al minimo il versante critico verso gli Amministratori che stanno operando in difficili condizioni. Allo stesso tempo non si possono nascondere o assumere “difese d’ufficio” verso palesi se non macroscopiche carenze.

Gruppo UNITI SI PUO’ Michele Anselmo – Mauro Bosia

Al direttore


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