Attualità - 04 maggio 2020, 16:37

Le Partite Iva si sono ritrovate in piazza anche ad Asti: “Io non voglio fallire”

Manifestazione in piazza Alfieri per chiedere al Governo una serie di interventi urgenti a supporto

Servizio fotografico a cura di Efrem Zanchettin - MerfePhoto

Servizio fotografico a cura di Efrem Zanchettin - MerfePhoto

Questa mattina, alle 10.30, una delegazione di Partite Iva astigiane si è data appuntamento in piazza Alfieri dove - nel rispetto delle distanze di sicurezza e del divieto di assembramenti - i partecipanti hanno manifestato scandendo lo slogan “Io non voglio fallire".

Pur svolgendo professioni diverse – vi erano commercianti ed esercenti, ristoratori, parrucchieri, estetisti e artigiani – sono tutte persone accomunate dalle pesanti conseguenze economiche generate dalle misure di contenimento decise dal governo per frenare la diffusione del coronavirus.

La manifestazione astigiana, svoltasi in contemporanea a quelle di una cinquantina di altre città italiane, ha visto la partecipazione anche di membri del gruppo Facebook “Asti Partite Iva Astigiane”, nato spontaneamente ai primi di gennaio su iniziativa di Raffaele Giugliano.

"Si continua a chiedere – afferma – ma non stanno dando in maniera concreta notizie delle condizioni per continuare a star a casa e non aprire le nostre attività, unica fonte per far fronte alla spesa spicciola. Intanto le spese continuano ad arrivare”.

Sono sei i punti che i manifestanti ritengono debbano essere affrontati con urgenza:

• Lavoro 

• Liquidità immediata urgente a fondo perduto 

• Condono tombale 2020 

• Immediata semplificazione 

• Apertura subito per le attività in regola col protocollo di prevenzione e sicurezza 

• No accertamenti

"Questi sono alcuni punti prioritari, altri da confrontarsi con le istituzioni enti associazioni per un programma per la ripartenza – aggiunge Giugliano – . Nuovo scenario e nuove regole. Aggiungo che stiamo collaborando anche con il 'Consorzio Mercati Astigiani' e il neo gruppo acconciatori / Barbieri ed estetiste che conta 80 circa imprese artigiane (il referente è Giuseppe Marzo, ndr.)

Vogliamo dimostrare che ci sono tanti artigiani in grado di riaprire perché sono organizzati, hanno sanificato e hanno tutto l’occorrente per prevenire sia per i collaboratori che per la clientela".

Redazione

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