Al Direttore - 22 maggio 2020, 10:20

"Per la sanità post-covid si faccia riferimento a quanto fatto per contrastare la TBC"

A scriverlo in una nota Carlo Ventura. "Sul territorio veri e propri luoghi fisici extra-ospedalieri per svolgere un'attività sanitaria intermedia tra i medici di base e l'ospedale"

"Per la sanità post-covid si faccia riferimento a quanto fatto per contrastare la TBC"

Riceviamo e pubblichiamo. 

Condivido e apprezzo la presa di posizione  dei 2 giovani e vivaci Consiglieri comunali di Asti Michele Anselmo e Mauro Bosia, del Gruppo Unitisipuò, che sollecitano le autorità competenti, affinché si normalizzi al più presto la situazione del Cardinal Massaia. Ospedale che risulta tuttora molto condizionato dall'emergenza Covid-19, a cui per altro ha complessivamente fatto fronte, nonostante tutto.

Per alleggerire la struttura ospedaliera in-primis, ma non di meno la stessa medicina di base, urge attrezzare sul territorio una rete di servizi e attività sanitarie finalizzate specificatamente a gestire il dopo-emergenza. Come modello organizzativo si potrebbe fare riferimento a quanto esisteva in tutta Italia, fino a qualche decennio fa, per contrastare l'antico flagello della Tubercolosi (TBC). Ovvero le diramazioni operative periferiche del Consorzio Nazionale Antitubercolare, articolato sul territorio con servizi locali di prevenzione, diagnosi e controllo: i così detti Dispensari, dei quali è rimasto a testimonianza l'edificio in via Baroncini (corso Dante), attuale sede del Co.Ge.Sa.  Poi i Preventori, luoghi di soggiorno salutare sia al mare che in bassa montagna. Fino ai così detti Sanatori, luoghi di lungodegenza specializzati nella cura della TBC, disseminati in tutta la penisola: ad esempio in Piemonte a Pracatinat (val Chisone), in Liguria il Santa Tecla sulle alture di Genova, famosi anche i numerosi sanatori della Valtellina in Lombardia (Sondalo).

In ultima analisi si tratta di organizzare sul territorio veri e propri luoghi fisici extra-ospedalieri per svolgere un'attività sanitaria intermedia tra i medici di base e l'ospedale dove intanto alcuni reparti Covid-19 potrebbero presto essere ridimensionati in un'unica Sezione della Infettivologia e dove per prudenza va mantenuto un potenziamento consistente della Terapia intensiva.

Questa nuova organizzazione dovrebbe avere caratteristiche mono-specialistiche esclusivamente mirate al contenimento della pandemia, come l'osservazione epidemiologica, la gestione dei tamponi e dello screening di massa, l'isolamento/quarantena dei positivi, nonché dovrebbe articolarsi in strutture diversificate e modulari, per sperimentare ed erogare anche servizi rapidi, brevi e snelli, tipo alcune prestazioni a domicilio o i tamponi “drive in” (dentro l'auto).

Gli spazi non mancano: la nostra città abbonda di edifici dismessi adatti allo scopo e in un contesto simile viene spontaneo immaginare che, anche l'incompiuto ospedale della Valle Belbo potrebbe trovare utile e rapida collocazione. 

Augurandoci che ciò avvenga non per sempre, ma comunque per alcuni anni, benché in previsione di un vaccino risolutivo.

Carlo Ventura

Al direttore

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Telegram Segui il nostro giornale anche su Telegram! Ricevi tutti gli aggiornamenti in tempo reale iscrivendoti gratuitamente. UNISCITI

Ti potrebbero interessare anche:

SU